Eroe a Kiev, criminale a Mosca. La fine spagnola dell’elicotterista disertore
Alicante È di Maxim Kuzminov il corpo crivellato da sei colpi di pistola trovato la settimana scorsa. In agosto il pilota era atterrato in una base ucraina con un Mi-8. Aveva ricevuto 500 mila dollari di ricompensa e una nuova identità. Vendetta degli apparati di sicurezza russi? Guardia Civil e governo non si sbilanciano
Alicante È di Maxim Kuzminov il corpo crivellato da sei colpi di pistola trovato la settimana scorsa. In agosto il pilota era atterrato in una base ucraina con un Mi-8. Aveva ricevuto 500 mila dollari di ricompensa e una nuova identità. Vendetta degli apparati di sicurezza russi? Guardia Civil e governo non si sbilanciano
Ci sono voluti giorni prima che il cadavere trovato la scorsa settimana a La Vila Joiosa (Alicante, sud della Spagna) fosse identificato come Maxim Kuzminov, l’elicotterista russo che il 9 agosto scorso aveva disertato, atterrando con il suo Mi-8 in una base militare ucraina della regione di Kharkiv dopo aver volato a bassissima quota per centinaia di chilometri per sfuggire ai radar.
IL CORPO DEL 29ENNE era stato rinvenuto sulla rampa di uscita del garage comunitario del complesso residenziale La Cala, abitato in prevalenza da immigrati russi e ucraini, il 13 febbraio, crivellato da sei colpi di pistola. Secondo gli inquirenti, i killer sono fuggiti a bordo di un’auto ritrovata in fiamme alcune ore dopo in una località poco distante.
Le operazioni di identificazione sono state ritardate dal fatto che l’uomo era in possesso di documenti falsi secondo i quali si trattava di un cittadino ucraino di 33 anni. Secondo alcuni vicini l’uomo lavorava in alcuni cantieri della zona.
Poi, lunedì, alcuni media ucraini hanno scritto che la vittima era Maksim Kuzminov. L’analisi delle impronte digitali ha permesso alla Guardia Civil di stabilire che si tratta del militare di Mosca che l’estate scorsa consegnò agli ucraini l’elicottero che guidava in cambio di mezzo milione di dollari e di una nuova identità.
LA FUGA DEL MILITARE RUSSO era stata resa pubblica a settembre, quando l’intelligence militare ucraina (GUR) aveva diffuso un video nel quale Kuzminov raccontava della sua decisione di «passare al nemico per non essere complice dei crimini di Putin» e del suo successivo incontro con alcuni agenti di Kiev. I due commilitoni che erano a bordo dell’elicottero da combattimento dirottato da Kuzminov, all’oscuro delle sue intenzioni, erano stati uccisi dopo l’atterraggio del velivolo nell’Ucraina orientale dopo essersi rifiutati di arrendersi. Pochi giorni dopo i servizi militari ucraini erano riusciti a trasferire dall’altro lato del fronte anche la madre del ragazzo.
In un documentario prodotto in seguito sempre dal GUR, il militare aveva affermato di essere contrario all’invasione russa dell’Ucraina. «Mi dispiace per quello che sta succedendo, per gli omicidi, le lacrime, il sangue» aveva detto.
MOSCA AVEVA IMMEDIATAMENTE bollato Kuzminov come traditore e criminale, giudizio ribadito ancora ieri dal capo dei Servizi di Spionaggio Estero della Russia, Sergej Naryskin. Contro il giovane il tribunale militare di Mosca aveva aperto un procedimento per «tradimento».
Al contrario, le autorità ucraine avevano dato ampio risalto all’esito positivo della «operazione Synytsia» e al gesto del militare russo.
In un primo tempo gli inquirenti spagnoli, viste le modalità dell’esecuzione, hanno ipotizzato un regolamento di conti all’interno della criminalità organizzata, anche perché Kuzminov era stato recentemente segnalato per problemi con alcol e droghe. Secondo alcuni media iberici, ora non si esclude una possibile vendetta degli apparati di sicurezza russi ma sia la Guardia Civil sia il governo spagnolo mantengono sulle indagini uno stretto riserbo.
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