Eni da al-Sisi, il generale Shalabi promosso
Caso Regeni Ad un anno dalla morte di Giulio, il cane a sei zampe va al Cairo a firmare un altro accordo, mentre l'uomo che per primo parlò di incidente stradale e che aprì la strada ai depistaggi viene premiato
Caso Regeni Ad un anno dalla morte di Giulio, il cane a sei zampe va al Cairo a firmare un altro accordo, mentre l'uomo che per primo parlò di incidente stradale e che aprì la strada ai depistaggi viene premiato
Ad un anno dalla morte di Giulio Regeni al Cairo, l’uomo che per primo «teorizzò» l’incidente stradale e aprì la strada
ad una serie infinita di depistaggi, Khaled Shalabi, è stato promosso.
Il generale, già condannato nel 1999 perché torturò e uccise un egiziano, da molti visto come possibile capro espiatorio del regime, è stato nominato capo della polizia del governatorato di Fayyum dal ministro degli Interni Ghaffar, altra ombra grigia nel caso del ricercatore.
Nelle stesse ore l’amministratore delegato di Eni, Descalzi, incontrava il presidente golpista al-Sisi per firmare la cessione della quota di Bp del bbacino offshore di Shorouk: ora il cane a sei zampe ne controlla il 90%.
«L’Egitto è molto importante per Eni», ha detto Descalzi. Intanto per Giulio nessuna verità.
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