L’energia eolica è una delle fonti energetiche rinnovabili considerate fondamentali per la transizione ecologica: in Europa il settore ha assistito a una rapida crescita e attualmente a livello comunitario si prefigge l’istallazione di 30 GW di nuova potenza eolica ogni anno fino alla fine del decennio. Se si pensa che nel 2023 l’istallazione di 17 GW ha rappresentato il valore più alto mai raggiunto in un singolo anno, per compiere l’obiettivo è necessaria una corsa ancora più rapida.

PER QUANTO RIGUARDA L’ITALIA, dove l’energia eolica rappresenta la terza fonte rinnovabile per generazione, entro il 2030 si prevede di passare da 1,5 GW del 2024 a 2,1 GW nel 2026 a livello onshore e di raggiungere 2,1 GW a livello di eolico offshore. Quindi anche per l’Italia si richiede uno sviluppo ancora più rapido di quello degli anni recenti: nel 2007 gli impianti istallati erano 203, ora sono più di 5 mila, ed altri devono arrivare.

COM’E’ NOTO, PER QUANTO TRATTASI di una delle forme di produzione di energia considerata più pulita, nei territori investiti dai progetti di campi eolici si determinano le condizioni per un conflitto che sembra un corto circuito, perché le proteste sono di ordine ecologico quanto suppostamente la produzione di energia stessa, ma che si comprende assumendo che la questione non è eolico sì o no, bensì come e dove. Innanzitutto, per la realizzazione e il funzionamento degli impianti eolici sono particolarmente importanti caratteristiche ambientali e territoriali quali la ventosità, l’orografia, l’accessibilità: è per queste ragioni che nel Sud Italia, in particolare in Puglia, in Sicilia e in Campania, si concentra il 92,4% del parco impianti del Paese.

NON SONO MANCATE LE PROTESTE per motivi paesaggistici ed ambientali da parte di territori che sono stati effettivamente investiti da un numero elevato di mega impianti. Trattandosi di una forma di energia che rappresenta la soluzione per tutti a fronte di un problema per pochi, le contestazioni possono essere interpretate come egoistiche perché riguardanti «il proprio giardino» e trascurabili perchè in buona parte di ordine estetico o microecologico; in alcuni casi può anche essere così, ma vero è che un campo eolico non pone solo la questione del panorama deturpato o dei volatili generici che si schiantano sulle sue pale; nel momento in cui si formula un progetto bisogna anche tenere conto dell’impatto sulla rete ecologica e sulle specie a rischio eventualmente presenti, e non solo delle pale in sé ma anche dei lavori per la loro istallazione e manutenzione, che prevedono scavi importanti e movimento di mezzi pesanti, e opere accessorie come le strade, il cablaggio, i trasformatori per la connessione con la rete nazionale. Quindi oltre a una scelta oculata serve un confronto vero e previo con le realtà locali, come del resto indicano le best practices seguite dal settore dell’eolico in vari paesi e dalle stesse organizzazioni internazionali di categoria.

CONSULTAZIONI PUBBLICHE con le autorità locali e i residenti che dovrebbero essere svolte da parte dell’impresa che intende proporre un progetto. Come questo in Italia non accada è reso evidente da quanto sta succedendo nella maremma toscana.

SORGENIA, UNO DEI PRINCIPALI fornitori privati di energia elettrica, ha in programma un parco eolico in località Rempillo, nel comune di Pitigliano. Si tratterebbe di 6 pale eoliche alte ognuna 210 metri per 37,2 megawatt di potenza, che andrebbero a occupare una superficie di 290 ettari e che si collocherebbero a tre chilometri in linea d’area dalla città del Tufo.

LA POPOLAZIONE LOCALE è venuta a conoscenza delle intenzioni di Sorgenia solamente nel momento in cui è diventata ufficiale la richiesta di Valutazione d’Impatto Ambientale.

«IL PROGETTO E’ ARRIVATO sul tavolo del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica senza essere conosciuto nei dettagli e non è stato né vagliato né studiato preventivamente dall’amministrazione» denuncia il sindaco di Pitigliano Gentili. Con lui la comunità locale, che con il supporto del Comitato Maremma Attiva ha sostanziato la contrarietà al progetto depositando ben 500 osservazioni, frutto della collaborazione di tecnici e cittadini.

SI CONTESTA L’IMPATTO VISIVO, le pale data l’altezza e la breve distanza (saranno visibili da tutta Pitigliano), quello acustico, una turbina eolica di quella potenza produce onde sonore ad alta e bassa frequenza ed infrasuoni che interferiscono con l’orecchio interno, l’assenza di uno studio serio sulla ventosità della zona, i vincoli paesaggistici ed archeologici certificati dai piani territoriali, e tutta una serie di questioni ambientali: l’area in sé non è soggetta a protezioni, ma si trovano a 900 metri di distanza da zone a tutela di vicolo ( ZCS) per le quali devono essere rispettate le fasce di rispetto, inoltre i vicini siti della Rete Natura 2000 sono corridoi di passaggio per l’avifauna, in particolare la zona è una delle poche in Italia dove resiste una specie vulnerabile come il Nibbio reale.

E’ EVIDENTE CHE INSERIRE 6 PALE EOLICHE in una zona come questa è un’operazione molto complessa per la quale è fondamentale il confronto con la popolazione e gli amministratori locali; lo sconto in bolletta e i generici benefici prospettati da Sorgenia a posteriori non sono compensazioni sufficienti per una comunità locale che chiede piuttosto impianti di piccola dimensione equilibrati e ben inseriti nel territorio gestiti in autonomia, ovvero comunità energetiche rinnovabili da contrapporre alla logica dei mega impianti.