Emir Kusturica: «Dall’inizio della guerra campagna di calunnie contro di me»
ATENE Esclusioni, censure, premi non assegnati e altri da restituire... Il regista serbo si sfoga davanti al suo pubblico: «Non sono putiniano e non appartengo a nessuno schieramento»
ATENE Esclusioni, censure, premi non assegnati e altri da restituire... Il regista serbo si sfoga davanti al suo pubblico: «Non sono putiniano e non appartengo a nessuno schieramento»
«Conosco Putin ma non sono putiniano e non appartengo a nessuno schieramento». Con queste parole gridate con rabbia, Emir Kusturica ha iniziato la sua conferenza stampa ad Atene. Palesemente felice di potersi finalmente sfogare di fronte a un pubblico che lo ha sempre amato, tanto da invitarlo appositamente per consegnargli un premio in occasione della Rassegna ateniese del Cinema Europeo.
KUSTURICA PROTESTA in primo luogo per le umiliazioni che sostiene di aver subìto da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, con l’esclusione da Cannes, una lunga serie di premi ritirati e annullati e, per ultima, l’esclusione dal festival ceco Febiofest e la richiesta di restituire il premio ricevuto a suo tempo. «Tutte le accuse contro di me sono menzogne – dice Kusturica -: il direttore del festival ceco era mio compagno di studi all’Accademia di Praga. Ora se la prende con me perché non è riuscito a combinare nulla. Ma il premio non glielo posso restituire perchè me lo sono dimenticato in qualche albergo».
IL REGISTA SERBO non si dà pace: «C’è una campagna di calunnie contro di me – ha continuato -. È vero che mi hanno proposto di dirigere il Teatro Centrale Accademico dell’esercito russo a Mosca. Lo hanno fatto perché non ho mai nascosto la mia ammirazione per l’Armata Rossa, che ha vinto Hitler, loro e non gli americani. Non escludo di collaborarci nel futuro».
Kusturica insiste sul carattere culturale del suo rapporto con Mosca: «Ammiro la cultura russa e mi indigno quando viene censurato Tschaikovsky e non si possono rappresentare Dostojevski o Gogol. Censuriamo, quasi cancelliamo, la cultura russa, cosa che non hanno osato fare neanche i nazisti. Cecov, Puskin, Tolstoy, fanno tutti parte della cultura europea. In Occidente si tenta di farli fuori, ma alla fine vedremo i due pezzi della cultura europea unirsi di nuovo».
ALLE INSISTENTI DOMANDE dei giornalisti sull’invasione russa in Ucraina, il regista rifiuta di schierarsi con una delle due parti: «Non sappiamo nulla di quello che succede al fronte. Accusano i media russi di spargere fake news. Ma non fa forse lo stesso anche la Bbc? Esaltano i combattenti ucraini ma nessuno dice che molti di loro sono ammiratori di Hitler e ultranazionalisti».
La sua posizione è che l’Europa dovrebbe attivarsi per fermare i combattimenti e favorire una soluzione pacifica. Ma commenta con amarezza che l’Unione europea «è sulla strada dell’autodistruzione», lasciando spazio libero agli Usa e alla Nato, a cui non perdona il bombardamento di Belgrado del 1999. «L’attuale guerra in Ucraina è in continuità con con quell’aggressione contro la Serbia», ritiene Kusturica.
QUESTA SUA OSTENTATA ostilità verso l’Alleanza atlantica starebbe dietro anche il boicottaggio del suo ultimo film On the Milky Road con Monica Bellucci: «Nel film c’è una scena in cui soldati Nato uccidono dei civili. Per questo c’è stata, lo so da fonti sicure, pressione da parte degli americani per escludere la pellicola a Cannes. «Siamo in un’ epoca in cui regimi neoconservatori impoongono la loro censura», ha concluso con amarezza.
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