Un elicottero militare ucraino si è schiantato a Brovary, vicino Kiev, eliminando in un sol colpo tutti i vertici del ministero degli Interni. È successo ieri mattina, sopra un asilo pubblico, e al momento le vittime sarebbero 17, tra cui 4 bambini e tutte le persone presenti a bordo del velivolo.
Secondo la polizia nazionale ucraina nell’incidente hanno perso la vita il ministro degli Interni, Denys Monastyrskyi, il suo vice Evgen Yenin, e il segretario di stato del ministero degli Affari Interni, Yurii Lubkovych e altri due funzionari di alto livello oltre a un ufficiale della polizia nazionale e 3 membri dell’equipaggio dell’elicottero.

LE FONTI UCRAINE sono state decisamente parche di informazioni, oltre al cordoglio espresso per il ministro non è ancora stata diramata alcuna ricostruzione ufficiale dei fatti. Il procuratore generale Andriy Kostin ha dichiarato su Telegram che «per ora stiamo valutando tutte le possibili versioni dell’incidente dell’elicottero» ovvero sabotaggio, incidente ed errore umano. Sappiamo che la visibilità in quota era molto ridotta a causa della nebbia e che l’aereo era già in fiamme quando ha iniziato ad avvitarsi prima di precipitare e nella zona al momento non è stata registrata alcuna attività missilistica o di contraerea. Secondo la testata ucraina Espreso Tv dei testimoni oculari hanno raccontato di una «forte esplosione a bordo» prima della caduta. Dunque si tratterebbe di un incidente causato da fattori ignoti.

È SINGOLARE che l’Ucraina non adotti ancora misure di sicurezza standard degli altri Paesi secondo le quali gli alti funzionari non dovrebbero mai viaggiare sullo stesso velivolo. Probabilmente dopo l’incidente di ieri anche Kiev introdurrà tale norma. Ma, con la guerra in corso, per motivi di sicurezza la consuetudine negli spostamenti dei funzionari era che viaggiassero a bassa quota e ad alta velocità in modo da eludere i radar. Tuttavia, tale pratica aumenta considerevolmente i rischi di ogni tragitto, soprattutto se si considera che molti di questi voli sono effettuati per trasportare alti funzionari nelle zone più a rischio del Paese. Il volo di ieri non fa eccezione, secondo il capo della polizia locale, Volodymyr Tymoshko, il ministro e il suo staff erano infatti diretti verso la regione nord-orientale di Kharkiv.

I COMPITI del ministro Monastyrskyi, che supervisionava la polizia e i servizi di sicurezza ed emergenza ucraini, sono stati affidati ad interim al capo della polizia nazionale, Igor Klymenko, ha annunciato nel pomeriggio di ieri il primo ministro Denys Shmyhal. Il premier ha anche aggiunto che il ministero aveva predisposto un protocollo di emergenza per continuare a svolgere le sue funzioni e che il nuovo ministro degli Interni sarà scelto dopo aver consultato il parlamento che dovrà approvarne la nomina.

L’INCIDENTE per ora resta avvolto nel mistero e il governo ucraino ha annunciato un «indagine approfondita». Diverse personalità internazionali, dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg al ministro degli interni britannico Suella Braverman hanno espresso parole di grande rispetto e rammarico per Monastyrskyi. «Un altro giorno molto triste oggi, ci sono nuove perdite», ha dichiarato la first lady ucraina, Olena Zelenska, visibilmente commossa al Forum economico mondiale di Davos, in Svizzera. L’assemblea ha osservato 15 secondi di silenzio dopo l’apertura della sessione per onorare i funzionari ucraini uccisi.

SEMPRE A DAVOS Stoltenberg ha dichiarato che «la posizione della Nato non è cambiata. L’Ucraina diventerà un membro della Nato anche se ora l’obiettivo principale deve essere quello di sostenerla e assicurare che vinca questa guerra». Più dure le parole di Antonio Guterres, il segretario generale dell’Onu, secondo il quale «al momento non ci sono le condizioni per negoziare una pace». E infatti, il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, ieri aveva rigettato il «piano in 10 punti» ucraino bollandolo come irricevibile. Non solo, Lavrov ha nuovamente aggiunto che gli obiettivi di Mosca in Ucraina sono «determinati dai legittimi interessi fondamentali della Russia» e che «in Ucraina non deve esserci alcuna infrastruttura militare che rappresenti una minaccia diretta per il nostro Paese».