Corruzione, spaccature interne, rapporti ambigui con i gruppi criminali hanno fatto crescere a dismisura la sfiducia nella politica e nelle istituzioni in Paraguay. Le elezioni di oggi domenica 30 aprile potrebbero portare alla seconda sconfitta nella storia per il Partido Colorado, partito stato che governa il paese in ininterrottamente dagli anni ’50, a parte i quattro anni (2008-2012) della presidenza Lugo.

Non c’è ballottaggio, chi prende un voto in più degli altri sarà eletto presidente. “Già nelle ultime elezioni il Partido Colorado – dice Abel Irala investigatore sociale a Base IS – ha vinto solo con un margine del 3%. Il governo è stato privato di legittimità sin dal suo inizio quando il presidente ha rischiato l’impeachment. Gli scontri intestini non si sono mai risolti e il Partito si è logorato”. La sua crisi dipenderebbe, anche, secondo l’analista “dagli Stati uniti che hanno manifestato la distanza dai vertici del partito dichiarando apertamente corrotti sia Horacio Cartes che Hugo Velázques, presidente e vice presidente”.

Potrebbe essere Efrain Alegre, liberale, oppositore di aborto e dei matrimoni omosessuali e già ministro dell’unico governo non “colorato”, il nuovo presidente. È alla terza corsa a capo dello stato, dopo le sconfitte del 2013 e 2018. Guida una coalizione di 14 partiti, tra questi, nonostante una spaccatura, c’è anche il Frente Guasù di Lugo. La coalizione che appoggia Alegre vede formazioni di centro destra, di centro, di centro sinistra e un paio fortemente caratterizzate a sinistra. Relazione che si regge sul “sogno” di sconfiggere il partito stato, e che rischia, in caso vittoria, di sciogliersi al sole lasciando alla Camera e al Senato (che si rinnoveranno con il voto di domenica) la maggioranza al Partido Colorado, dato dai sondaggi nuovamente come prima forza politica in parlamento.

Irala ricorda che “Alegre fu tra i deputati del partito liberale che votò a favore dell’impeachment contro Fernando Lugo nel 2012, nonostante avesse fatto parte del suo governo”. Alegre, secondo lo studioso di Base IS, “molto probabilmente godrà dell’appoggio dell’ambasciata degli Stati uniti, attore molto rilevante nella vita politica paraguaiana perchè rappresenta l’evoluzione neoliberista dello stato”. Inoltre “Il partito del Colorado è stato utile agli interessi Usa per anni, ma non è stato un bravo allievo in materia di riforma dello stato” ricorda l Irala: “La sua grande forza alle elezioni gli ha dato molteplici opportunità di governo, ma tutte le volte ha fallito, in misura maggiore o minore, nell’imporre maggiore dinamismo capitalista al paese a causa dei perduranti litigi interni”.

Uno scenario tutt’altro che rassicurante per chi sogna un cambio di passo nel paese e teme una nuova vittoria colorata ma, sfiduciato, non riconosce neppure l’alternativa in Alegre, nonostante lui si dica convinto oppositore di gruppi criminali e corruzione e promette giustizia in tal senso oltre a leggi che combattano la povertà. 

Il tasso di indecisi e indecisi è così altissimo e a raccogliere scontento e sfiducia saranno i tre candidati minori: l’ex portiere della nazionale Jose Luis Chilavert (con posizioni a destra del Partido Colorado), lo stravagante e violento Paraguayo Cubas (dato al 20% nei sondaggi), e Euclides Acevedo.

La fotografia di un paese stanco e sempre più distante dalle istituzioni preoccupa soprattutto Alegre che secondo tutti gli ultimi sondaggi ha perso terreno. Alcuni lo danno ancora avanti di 3-4 punti, altri parlano di pareggio con Peña, Partido Colorado, al 33%. Altri ancora dicono sia sotto di 20 punti.