Commenti

Egitto, «Vogliono chiudere “El Nadim” centro per le vittime di torture»

Appello È in atto un altro giro di vite, apertamente contro i difensori dei diritti umani, da parte delle autorità egiziane: «Non deve essere messo a tacere»

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 24 febbraio 2016

Un numero crescente di casi di tortura, morte in carcere e sparizioni forzati vengono documentati in Egitto, e alcuni di essi stanno ottenendo l’attenzione dei media internazionali. Le autorità egiziane hanno deciso di chiudere l’importante Centro El Nadim per la Riabilitazione delle Vittime di Violenza e Tortura, una fonte di informazione chiave per i casi di tortura e morte in strutture detentive e sull’impunità per questi crimini. Questa decisione rappresenta un altro giro di vite contro i difensori dei diritti umani in Egitto. Il 17 febbraio la polizia è entrata nei locali del Centro per notificare un ordine di chiusura amministrativa per ‘infrazioni relative alla licenza’, basandosi in realtà su una decisione del Ministro della Salute. Nessuna spiegazione è stata data sulle motivazioni di tale decisione, o su quale norma El Nadim sia accusato di aver infranto.

Tre settimane prima, un impiegato del ministero della Sanità aveva visitato i locali del centro per controllarne le attività e aveva preso copia della licenza. In questa occasione, il funzionario non aveva fatto riferimento a nessuna violazione e il ministero non aveva preso alcun contatto prima di procedere alla notifica della chiusura. L’avvocato che rappresenta il Centro El Nadim è riuscito a negoziare il rinvio della chiusura fino al 22 febbraio, per permettere alla dirigenza di El Nadim di chiedere chiarimenti al ministero della Salute.

Ma il 21 febbraio il ministero ha confermato l’ordine di chiusura, contestando ai rappresentanti di El Nadim il lavoro di documentazione sulla tortura.

Si conferma quindi l’ipotesi che lo scopo di questo ordine sia la soppressione di una fonte di informazioni sulle violazioni dei diritti umani.

Il Centro El Nadim è stato creato nel 1993, e da allora è stato impegnato a combattere la violenza, la tortura e l’ingiustizia fornendo sostegno psicologico alle vittime di tortura e di violenza contro le donne, e richiedendo cure mediche per le persone in detenzione. Il Centro El Nadim ha una meritata reputazione di competenza in questo campo, essendo la organizzazione leader nel provvedere assistenza e sostegno alle vittime della tortura in Egitto oggi, così come per il suo lavoro di documentazione. È la sola organizzazione che produce in modo sistematico dati sui casi di tortura, negazione di cure mediche e morti di detenuti, oltre che su altre violazioni dei diritti umani.

Nei mesi passati, dozzine di autorevoli difensori dei diritti umani sono stati minacciati, arrestati, denunciati, in un chiaro tentativo di terrorizzare e azzittire la società civile egiziana.

La chiusura del Centro appare come un ulteriore attacco alla libertà di associazione e di parola. Con migliaia di prigionieri politici dietro le sbarre, non può essere messo a tacere.

Chiediamo alle autorità egiziane di: revocare immediatamente l’ordine di chiusura; mettere fine alla persecuzione, anche giudiziaria, dei difensori dei diritti umani e delle organizzazioni di società civile; abrogare la legislazione che minaccia la libertà di associazione, di assemblea e di espressione per renderla coerente con la Costituzione egiziana, e con i dispositivi internazionali e regionali sottoscritti dall’Egitto.

Firmatari:

Arci, EuroMed Rights,Front Line Defenders, International Federation for Human Rights (FIDH), in the framework of the Observatory for the Protection of Human Rights Defenders, Reprieve, World Organisation Against Torture (OMCT) ), in the framework of the Observatory for the Protection of Human Rights Defenders

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento