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E ora tocca ai cieli: dopo il patto dei tank Kiev vuole i caccia

E ora tocca ai cieli: dopo il patto dei tank Kiev vuole i cacciaSoldati ucraini sparano colpi di mortaio a Vuhledar, nel Donetsk – Getty Images

Il limite ignoto Breve messaggio sul canale Twitter della Difesa ucraina: "F-16" E gli alleati ne parlano. Neanche i bombardieri sono più un tabù

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 28 gennaio 2023

Ieri pomeriggio sul canale ufficiale di Twitter del ministero della difesa ucraino è apparso un messaggio: «F-16».
Non sono passati neanche tre giorni dall’annuncio di Germania e Stati uniti sulle forniture di carri armati all’Ucraina, che il governo di Zelensky ha già iniziato un’altra campagna mediatica per i cacciabombardieri. La paura, inutile nasconderlo, nasce dal fatto che per la prima volta tale richiesta non è ignorata. Il famoso «rischio di escalation» ormai sembra definitivamente entrato nel campo delle possibilità empiriche, non solo per i cinici e i pessimisti. E per la prima volta si sentono anche accuse alla Russia di aver iniziato una guerra contro la Nato.

QUESTE ULTIME sono arrivate da Stefano Sannino, segretario generale del “Servizio europeo per l’azione esterna” dell’Ue (il braccio diplomatico dell’Alto commissario per esteri e sicurezza Joseph Borrell). In visita in Giappone per discutere di rafforzamento della cooperazione strategica tra Unione e Paesi asiatici e del Pacifico, Sannino ha accusato la Russia di aver portato la sua guerra contro l’Ucraina a «un altro stadio» compiendo attacchi indiscriminati contro civili e obiettivi non militari e costringendo, ad esempio, Germania e Stati Uniti a inviare carri armati avanzati all’Ucraina. Non solo, secondo il segretario, il presidente Vladimir Putin è passato «dal concetto di operazione speciale al concetto di guerra contro la Nato e l’Occidente». Un punto di vista particolare, dato che anche se è la Russia che invaso l’Ucraina e provocato tutte le devastazioni che abbiamo potuto documentare, Mosca si trova comunque da sola contro un nemico spalleggiato dai Paesi più industrializzati del mondo.

QUANDO SI SENTE il Cremlino dire che è stato «costretto» a invadere l’Ucraina «per difendersi» si storce il naso per l’affermazione grottesca. Ma se si vuole accusare il leader russo di aver mosso guerra contro l’Occidente il sillogismo non regge, a meno di non considerare l’Ucraina come parte dell’Occidente già da prima del conflitto iniziato il 24 febbraio scorso.
Ma allora perché porsi tante remore con le forniture d’armi a Kiev? Forse perché gli interessi occidentali in Ucraina sono limitati a campi circoscritti e, almeno finora, la Nato non sembra proprio aver voglia di iniziare una guerra a tutto campo contro la Russia.

IL CASO DELLE FORNITURE di armamenti è emblematico. C’è voluto un anno per far acconsentire due dei leader della Nato e dell’Ue all’invio di carri armati alle forze armate di Kiev. La domanda ora è: quanto ci vorrà per chiarire lo status dei caccia? A quanto risulta da mesi e mesi di dichiarazioni, gli aerei (così come la cosiddetta «chiusura dei cieli», ovvero il presidio armato dello spazio aereo dell’Ucraina mediante la forza) non sono neanche contemplati nelle possibili forniture militari. In tal senso la portavoce del cancelliere tedesco Olaf Scholz, Christiane Hoffmann, ha chiarito che «il cancelliere tedesco ha già detto nel Bundestag molto chiaramente che fin dall’inizio si è spiegato che i caccia non sono in gioco». Anche il ministro della difesa italiano, Guido Crosetto, si è detto preoccupato dai nuovi pacchetti militari dato che questo porterebbe i russi ai confini con la Nato: quindi qualsiasi incidente o evento casuale potrebbe dare luogo ad una escalation che non sarebbe più soltanto la guerra in Ucraina

TUTTAVIA, DA WASHINGTON il governo statunitense ha dichiarato di «non essere sorpreso» dalla richiesta ucraina di cacciabombardieri e di velivoli «in generale». Secondo il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, al momento non ci sono annuncia da fare ma «siamo in costanti conversazioni e discussioni con gli ucraini riguardo alle loro necessità». Intanto il portavoce dell’aviazione militare di Kiev, Yuri Ignat, ha dichiarato che ci vorrebbero circa 6 mesi per addestrare i piloti ucraini a combattere sugli F-16 americani. I più attenti noteranno che tale valutazione assomiglia pericolosamente a quelle fatte dall’Ucraina prima di ricevere i panzer tedeschi.

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