Durigon all’ex candidato inquisito: «Solo un pit stop»
«Ringrazio un amico che ha fatto un pit stop, Luca Sammartino, al quale va il nostro applauso»: Claudio Durigon, commissario della Lega in Sicilia e sottosegretario al Lavoro, ha aperto così a Palermo ieri la kermesse per la presentazione della lista del Carroccio, collegio Isole, alle europee di giugno. Il pit stop a cui si riferisce il luogotenente salviniano è l’inchiesta per corruzione aggravata che coinvolge l’ex vice presidente e assessore all’Agricoltura della Regione Siciliana, Sammartino.
Nessuna pubblica ammenda per aver candidato il trasformista Sammartino, già Udc, Pd e Idv, nonostante le denunce degli esponenti del partito siciliano che hanno riferito di aver avvisato per tempo il segretario, senza ottenere risposta. Salvini (al quale Durigon si riferisce chiamandolo «sogno»), ancora in imbarazzo con i suoi per la probabile candidatura di un esterno pittoresco come Vannacci, ha invece elogiato l’europarlamentare uscente Susanna Ceccardi, promotrice e protagonista della campagna contro la scuola di Pioltello.
Ha gioco facile Fi a smarcarsi dall’alleato. In contemporanea all’hotel Parco dei Principi di Roma, il vicepremier forzista Tajani annunciava infatti la candidatura di Caterina Chinnici, figlia del giudice Rocco assassinato dalla mafia, già passata da Strasburgo attraverso il Pd e ora capolista Fi nelle Isola: «La sua storia e il nome che porta sono un messaggio inequivocabile» ha detto il titolare degli Esteri nel suo intervento al consiglio nazionale del partito. Una botta ai leghisti, palese e programmata, oltre il campo dell’autonomia differenziata, sulla quale da tempo erano cominciati i distinguo, poi messi a verbale dalla recente dichiarazione del presidente della regione Calabria, Roberto Occhiuto, ora contrario al ddl Calderoli dopo una duratura reticenza.
Il segretario di Fi ha l’approvazione della famiglia Berlusconi (i sondaggi danno gli azzurri ormai stabilmente sopra la Lega) e ieri ha confermato la sua candidatura: «Se un segretario di partito non ha il coraggio di mettersi in gioco, al servizio di chi gli ha dato fiducia, non sarebbe un buon segretario».
Il riferimento del sempre meno pacato Tajani anche in questo caso è al leader leghista al quale, come Matteo Renzi, per una volta è stato imposto di mettersi da parte per evitare ulteriori travasi di voti. Anche l’ex segretario Pd ha capito di essere un rischio per il raggiungimento della soglia del 4% e ha mandato in avanscoperta la solita Emma Bonino, candidata capolista per Stati Uniti d’Europa (composta da +Europa, Italia viva, Psi, Radicali e liberaldemocratici) nella circoscrizione nord-ovest; il britannico, e presidente di Alde in Ue, Graham Watson al nordest; al centro l’ex presidente dell’Unione Camere penali Giandomenico Caiazza; al sud il segretario Psi Enzo Maraio; nelle isole la radicale Rita Bernardini.
Nel centrosinistra, ormai definita la strategia di Avs per superare il 4%. Oltre alla candidatura di bandiera di Ilaria Salis, il gruppo di Fratoianni e Bonelli ha messo in lista diversi sindaci portatori di consenso personale: Ignazio Marino, Mimmo Lucano, Leoluca Orlando e la consigliera regionale veneta Cristina Guarda. La risposta dei democrat arriverà oggi durante la direzione in cui dovrebbe essere infine confermata la corsa della segretaria Schlein, almeno in un paio di circoscrizioni.
E ancora: Lucia Annunziata e Antonio Decaro al Sud; Cecilia Strada al Nord Ovest; l’ex direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, nell’affollatissimo Centro, dove dovrebbero correre anche Zingaretti, Morani e Nardella. Il segno che l’accordo tra le correnti del partito è vicino lo ha dato ieri la stessa segretaria, lanciando sui social la corsa del presidente Pd e suo sfidante alle primarie, Bonaccini: «Per me è stata una riflessione lunga» ha commentato.
I 5S, dopo gli annunci relativi al direttore de La Notizia Gaetano Pedullà e all’ex presidente di Banca Etica Ugo Biggeri, sono alle prese con i deludenti risultati delle autocandidature on line. Si sono presentati in 500 scarsi contro i 2.600 di 5 anni fa, pochissime le donne. Per l’ufficializzazione della candidatura di Meloni, invece, si dovrà aspettare domenica prossima, quando sarà in programma a Pescara l’assemblea di Fdi.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento