L’istituzione di una commissione politica sulle “influenze russe” nell’ultimo quindicennio è ormai realtà a Varsavia. «Ultimamente è in corso un dibattito serio e acceso sulla questione degli influssi russi e su tutto ciò che ne consegue», ha dichiarato ieri il presidente polacco Andrzej Duda della destra populista di Diritto e giustizia (Pis). Ribattezzata “lex Tusk” dalla stampa indipendente e dall’opposizione, la legge firmata ieri dall’inquilino del Palazzo del Belvedere, prevede fino a 10 anni di interdizione dai pubblici uffici per chi sarà accusato di non aver servito gli interessi del paese.

IL RIFERIMENTO è all’ex premier e presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, leader del centrodestra di Piattaforma civica (Po), il quale spera di sconfiggere il Pis e i suoi alleati alle prossime parlamentari in autunno. In caso di disfatta, il partito di Duda potrebbe bloccare l’insediamento di un nuovo governo o almeno gettare un po’ di fango sull’opposizione prima di andare alle urne. Ha sbagliato a fare i conti chi credeva che Duda avrebbe posto il veto al provvedimento approvato venerdì scorso alla chetichella dal Sejm, la camera bassa del parlamento. A dicembre scorso l’ultima volta che il presidente polacco ha detto «nie» ai propri colleghi di partito quando ha cestinato una riforma dell’istruzione destinata a limitare fortemente l’autonomia scolastica nel Paese sulla Vistola.

Duda ha anche sollecitato l’istituzione di una commissione a livello continentale con lo scopo di «indagare le influenze russe anche nelle istituzioni europee». In effetti, sebbene non limitata alle attività del Cremlino, è attiva presso il parlamento Ue la Commissione speciale sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell’Ue, detta anche Inge 2. Per l’opposizione la commissione non è altro che uno strumento per scatenare una caccia alle streghe che consentirebbe al Pis di mantenere il potere per altri cinque anni. A pensarlo non soltanto Tusk e gli alleati del Po ma anche le altre formazioni pronte a boicottare i lavori della nuova commissione tenuta a presentare una prima relazione entro il 17 settembre: «Non appena sarà possibile La porteremo dinanzi alla Corte di Stato per aver firmato questa legge», ha dichiarato Włodzimierz Czarzasty, numero uno dell’Alleanza della Sinistra Democratica (Sld) al governo nei primi anni Duemila.

LA MOSSA DEL PIS potrebbe anche avere un effetto boomerang: Tusk si presenterebbe come vittima agli occhi dell’elettorato indeciso mentre tutte le forze all’opposizione potrebbero ricompattarsi prima di un autunno che si preannuncia molto caldo a Varsavia e dintorni.