Pubblicato 5 mesi faEdizione del 21 marzo 2024
Mai come ora, dalla sua fondazione all’inizio degli Anni 90 per impulso decisivo di Giovanni Falcone, la Direzione nazionale antimafia (dal 2015 anche antiterrorismo) appare debole e circondata da sospetti. Il caso degli accessi abusivi ai database investigativi, le voci di dossieraggio, le parole del capo Giovanni Melillo e del procuratore di Perugia Raffaele Cantone, le prese di posizione al cianuro delle forze politiche: tutti elementi di un puzzle che si è scomposto, con il rischio (pesante) della perdita di fiducia verso un’istituzione che in oltre trent’anni ha rappresentato molto per la lotta alla criminalità organizzata. E così si arriva...