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Dopo la passerella di Meloni, via i fondi per gli alluvionati

Dopo la passerella di Meloni, via i fondi per gli alluvionatiUrsula von der Leyen e Giorgia Meloni – Ansa

Alla Camera In discussione il decreto legge Energia, dopo la passerella della premier a Forlì con von del Leyen. Gnassi (Pd): «Bocciate le risorse per i beni mobili delle famiglie, il credito d'imposta per le imprese, i sostegni all'agricoltura». In Sicilia il governatore Renato Schifani commissario per gli inceneritori

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 24 gennaio 2024

L’attenzione ai romagnoli, vittime delle due alluvioni di maggio 2023, è durato il tempo della passerella a Forlì di Giorgia Meloni con Ursula von der Leyen, la settimana scorsa. Alla Camera ieri mentre le commissioni Ambiente e Attività produttive discutevano la conversione in legge del decreto «Disposizioni urgenti per la sicurezza energetica, la promozione delle fonti rinnovabili, il sostegno alle imprese energivore e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eventi alluvionali», sono stati bocciati gli emendamenti pro alluvionati, secondo quanto dichiarato dal deputato romagnolo del Pd Andrea Gnassi.

«IL GOVERNO boccia tutte le proposte di modifica ed emendamenti al dl Energia sugli aiuti per gli alluvionati dell’Emilia-Romagna – ha spiegato -. Bocciate le risorse puntuali e con copertura di spesa per indennizzi dei beni mobili per le famiglie. Bocciata la proposta per il credito d’imposta per le imprese. Bocciata la proroga del pagamento dei mutui con Cassa depositi e prestiti per investimenti pubblici dei comuni colpiti dall’alluvione. Bocciati i sostegni all’agricoltura colpita. Bocciate tutte le proposte per dotare di strumenti idonei e personale i comuni proprio per usare le risorse del Pnrr», anche perché, senza personale capace di progettare, le frane resteranno tali e le aziende agricole continueranno a faticare, spesso ancora impossibilitate a raggiungere i propri campi.

È IL BICCHIERE MEZZO VUOTO, a cui si accompagna la volontà di mettere un commissario alla gestione dei rifiuti in Sicilia, nominando il presidente della Regione Renato Schifani, che avrebbe l’incarico di realizzare degli inceneritori, un vecchio ed eterno piano del centrodestra che ritorna dopo una quindicina d’anni, una specie di evergreen come il Ponte sullo Stretto. L’emendamento, presentato dai relatori, ha scatenato reazioni per tutto il pomeriggio: il voto positivo era atteso in tarda serata.

LA DISCUSSIONE degli emendamenti porta però anche aspetti salutati con gioia dalle forze progressiste. La più importante è che le due Commissioni hanno ritirato l’emendamento di Fi al dl Energia che puntava a dare all’Isin (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare) compiti autorizzativi per le nuove centrali nucleari. E se Bonelli (Avs) parla di stop importante «alle follie del governo Meloni» in coerenza con quanto gli italiani hanno «deciso con ben due referendum», il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini suona lo stesso spartito di sempre, intervenendo a un evento di Confindustria: «Non possiamo dire pregiudizialmente no al nucleare come fonte di produzione energetica perché siamo circondati da paesi che hanno un costo dell’energia ben più basso rispetto al sistema industriale italiano».

IL DEPUTATO e responsabile del Dipartimento energia di Fi, Luca Squeri, ha smorzato: «Sono stato invitato a ritirare l’emendamento semplicemente per complicazioni di tipo normativo», attaccando poi Bonelli per «il suo ultra ambientalismo fuori dal tempo e dal mondo» che sarebbe stato «bocciato dai cittadini e dai fatti». Fino a prova contraria, però, ai due referendum sul nucleare al momento ha prevalso la posizione vicina a Bonelli.

TRA GLI ALTRI TEMI discussi ieri, lo stop al contributo annuo da 10 euro/kW posto a carico dei titolari di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di potenza superiore a 20 kW, visto bene anche da Confindustria Energia, e l’allargamento a tutto il territorio nazionale della possibilità di individuare porti in cui poter realizzare le piattaforme galleggianti e le relative infrastrutture per l’eolico offshore, due dei quali nel Mezzogiorno. Obiettivo: puntare al raggiungimento dell’autonomia energetica nazionale anche attraverso una filiera industriale legata alla produzione di energia eolica. Sarà infine possibile produrre energia elettrica nelle aree termali sfruttando le risorse geotermiche, se questo non arreca problemi alle caratteristiche delle acque termali.

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