Dopo la débâcle del Mineiraço torna in gioco la protesta
L'ultima sfida Il governo schiera 26 mila uomini. Per i Giochi olimpici, in programma nel 2016, è stato già speso più che per la Coppa del Mondo di calcio
L'ultima sfida Il governo schiera 26 mila uomini. Per i Giochi olimpici, in programma nel 2016, è stato già speso più che per la Coppa del Mondo di calcio
Ventiseimila uomini tra esercito, polizia e Bope saranno schierati oggi a Rio De Janeiro. È il giorno della finale, che rischia di diventare il giorno più difficile. Sono circa centosettantacinquemila gli argentini attesi in città.
Oggi però è anche il giorno in cui il Brasile è chiamato a tornare in piazza. C’è molta curiosità rispetto a questo, soprattutto per vedere se il numero di presenze tra i manifestanti torna ad essere davvero significativo. I responsabili del governo di Rio hanno fatto sapere che si potrà sfilare in corteo ove autorizzato. Bandite maschere e travisamenti, pena l’arresto. Neppure le popolari maschere di Guy Fawkes, l’eroe di «V per vendetta» potranno essere indossate.
Non è previsto bel tempo, anzi dovrebbe piovere copiosamente come ha fatto nei giorni scorsi. Queste piogge che non sono poi così eccezionali di questi tempi hanno però causato tantissimi disagi. Dal punto di vista della viabilità che già ha i suoi problemi normalmente, figuriamoci in questi giorni, è stato difficilissimo soprattutto giovedì. Per tutto il giorno fiumi d’acqua hanno di fatto invaso le carreggiate anche delle tangenziali, figuriamoci nelle comunità e nelle favelas. Così molta gente a Rocinha si è trovata senza luce improvvisamente. Mentre a Vidigal ci sono stati danni all’acquedotto lasciando senza acqua molta gente per quasi due giorni.
A volere fare i sofisti si potrebbe guardare all’aspetto simbolico di tanta pioggia caduta su Rio. Se l’acqua è rinascita e purificazione e il Brasile ha in qualche modo tradito se stesso con le contraddizioni che la Coppa ha fatto emergere e dopo la débâcle del Mineiraço, questo fenomenocosì potente, che Jung definirebbe sincronico, segnerebbe il punto di ripartenza. Questo è un popolo spirituale che irrazionalmente sceglie dei simboli e in fondo quindi ce la potremmo giocare così. Ma questo tipo di ragionamenti non valgono quando la gente non riesce neppure a tornare a casa dal lavoro, sempre che sia riuscita a raggiungerlo.
Rio de Janeiro ha delle criticità che sono sicuramente molto difficili da risolvere. Nonostante gli sforzi questo è un territorio che ha bisogno di risposte celeri. E ogni volta che si verificano episodi e disagi come questi è automatico che la gente se la prenda col fatto che si sono spesi troppi soldi per opere non fondamentali. Se in molte favelas non c’è un sistema fognario adeguato, vengono a mancare acqua o luce o addirittura tutt’e due i problemi sono davvero gravi. Queste di cui abbiamo accennato sono comunque favelas “pacificate”. Dove non lo sono la situazione dal punto di vista dei servizi è anche peggio. Se già sono carenti, lì mancano proprio. È quello che a Dilma Rousseff chiede la maggior parte delle persone, soprattutto chi l’ha sostenuta e votata; uno sforzo maggiore in questa direzione.
La presidente sarà allo stadio stasera, comunque. Non parlerà ma si limiterà a consegnare la Coppa del Mondo. Pochi brasiliani si sono potuti permettere I biglietti per le partite del torneo. Nonostante questo non c’è un biglietto per la partita. Chi lo aveva acquistato sperando nei padroni di casa oggi lo rivende a peso d’oro. Girano cifre pazzesche e tante storie, di cui di sicuro alcune non saranno neppure vere. Ma chi scrive ha potuto assistere alla vendita di due di questi tagliandi a quindicimila dollari nella notte tra venerdi e sabato. Ci sono argentini facoltosi disposti a tutto. Sono cifre spaventose a queste latitudini.
E visto che si parla di numeri, venerdì sono usciti i dati relativi alla previsione di spesa in vista dei giochi olimpici. Questi dimostrano che è stato già speso più che per la Coppa del Mondo ed è stato calcolato che i Giochi Olimpici costeranno alla fine il 43% in più del Mondiale di calcio. Un po’ troppo, ma di questo ci si comincerà a occupare da lunedì.
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