Tredici anni dopo la «rivoluzione di Marchionne», a Pomigliano la Fiom torna a vincere una elezione. Cacciati dallo stabilimento napoletano come da tutte le fabbriche Fiat per non aver accettato il ricatto diritti in cambio del lavoro nel 2010-2011, i metalmeccanici della Cgil sono rientrati grazie alla sentenza della Corte costituzionale del 2013 che ha sancito l’illegittimità della strategia di Marchionne. Nel 2015 la Fiom partecipò alle elezioni per i Rappresentanti dei lavoratori della sicurezza – Rls – ottenendo tra gli operai la percentuale della Fiom del 17,2%, finendo dietro Fim Cisl, Uilm e Fismic.

Otto anni dopo, ieri si sono chiuse le elezioni per degli Rls della nuova gestione Stellantis al Giambattista Vico: hanno partecipato 3902 lavoratori ( 94,29% degli aventi diritto). La Fiom ha ottenuto 1387 voti, pari al 36,6%, la Fim 837 voti (21,75%), la Uilm 787 voti (20,45%), il Fismic 691 (17,69%), Ugl 157 (4,8%). Gli Rls eletti sono: 3 della Fiom, 2 della Fim, 2 della Uilm, 1 del Fismic.

Si tratta «dell’unica elezione in cui i lavoratori sono liberi di scegliere il sindacato e i delegati», sottolinea la Fiom, visto che per i rappresentanti aziendali (Rsa) l’effetto della sentenza della Consulta è quello di una nomina di una quota per la Fiom, diversamente esclusa nella perdurante apartheid confermata anche da Stellantis. Anche l’appena rinnovato Ccsl (il contratto aziendale, ndr) è «un contratto non votato dalle lavoratrici e dai lavoratori», sottolinea ancora la Fiom di Napoli.

«I lavoratori hanno riconosciuto alla Fiom il fatto di aver lottato nel corso di questi anni per riaffermare il diritto alla contrattazione – commenta il segretario generale Fiom Michele De Palma – . Da oggi si cambia: si può in un paese democratico escludere dalla contrattazione il primo sindacato? A questa domanda non deve rispondere soltanto Stellantis, ma anche i ministeri del Lavoro e dello Sviluppo», conclude De Palma.

Anche Maurizio Landini, all’epoca appena eletto segretario Fiom, ha festeggiato: «È un risultato straordinario. Il disegno autoritario della Fiat non è passato È il momento che Stellantis ne prenda atto, è il momento di cambiare: non lo chiede la Fiom né la Cgil, lo chiede il voto democratico dei lavoratori».