Europa

Sorpasso norvegese: più auto elettriche che a benzina

Un punto di ricarica per auto elettrica a OsloUn punto di ricarica per auto elettrica a Oslo – Ap

La svolta Obiettivo porre fine al mercato di nuove vetture a benzina o diesel entro il 2025. Il paradosso della transizione verde nel paese maggiore esportatore di petrolio del continente

Pubblicato circa 2 mesi faEdizione del 26 settembre 2024

Negli ultimi anni, la Norvegia è diventata la capitale della transizione elettrica, contando il maggior numero di veicoli elettrici in Europa, seguita da Danimarca, Svezia e Paesi Bassi. Tuttavia, solo nelle ultime settimane, la Norvegia ha segnato una svolta storica, diventando il primo paese al mondo dove il numero di veicoli elettrici supera quello dei tradizionali veicoli a combustibili fossili.

Qualche giorno fa la Opplysningsrådet for Veitrafikken (Ofv), ovvero la federazione norvegese della strada, ha annunciato questo nuovo traguardo in un rapporto sull’elettrificazione in Norvegia. Secondo le statistiche pubblicate dall’Ofv, 754.303 dei 2,8 milioni di veicoli privati registrati nel paese sono a trazione elettrica, superando i 753.905 veicoli alimentati a benzina o diesel. Nonostante i motori termici siano ancora numerosi, la loro attrattività sul mercato è in rapido declino: solo nell’ultimo mese, il 94.3% dei nuovi veicoli registrati in Norvegia sono elettrici, con la popolare scelta di Tesla Model Y.

Questo risultato è frutto di una politica mirata. Per raggiungere i propri traguardi climatici e contribuire all’elettrificazione del trasporto stradale, le autorità norvegesi hanno infatti attuato un programma di incentivi e sussidi, grazie ai quali non è stata necessaria l’introduzione di divieti di vendita delle vetture a motore termico. Tra questi, i generosi sgravi fiscali offerti dal governo hanno reso i modelli elettrici più competitivi rispetto ai veicoli a benzina, diesel o ibridi. Fra gli altri vantaggi concessi ai proprietari di veicoli elettrici vi sono anche l’esenzione da pedaggi urbani e iva sull’acquisto, tasse sulle emissioni, oltre ai parcheggi gratuiti e all’accesso alle corsie per autobus.

Oltre alle esenzioni e agli incentivi, la Norvegia vanta una vasta rete di punti di ricarica gratuiti, a differenza dei suoi vicini Europei, con 2.000 postazioni solo nella città di Oslo.

Queste politiche sono state rese possibili grazie al fondo sovrano del Paese, che ammonta a oltre 1,5 trilioni di euro derivati dall’esporto di petrolio e gas nel mondo. È uno dei paradossi che caratterizzano la transizione norvegese e hanno sollevato numerose critiche: oltre agli incentivi ecologici dovuti alla stabilità economica che il paese ha ottenuto sfruttando i suoi giacimenti petroliferi, molti hanno anche evidenziato come questi incentivi sfavoriscano l’utilizzo dei trasporti pubblici locali, che invece potrebbero trarre benefici da ulteriori finanziamenti ed offrire una soluzione sostenibile in alternativa alla cultura dell’automobile.

Nonostante ciò, il successo della Norvegia dice molto, paragonato anche solo alla vicina Svezia dove i sussidi per i veicoli elettrici sono stati aboliti immediatamente con la salita del nuovo governo. Nell’ultimo mese, la compagnia svedese Volvo ha inoltre rinunciato all’obiettivo di raggiungere la sola vendita di veicoli elettrici entro il 2030, mentre il produttore di batterie Northvolt ha dichiarato il licenziamento di circa 1.600 dipendenti nelle sue sedi in Svezia.

Anche il resto dell’Europa si trova ad affrontare numerose difficoltà nell’elettrificazione del trasporto stradale, soprattutto dopo il declino delle vendite alla fine del 2023: i veicoli elettrici infatti costituiscono solamente il 12.5% delle nuove macchine vendute nel continente europeo.

Secondo il direttore dell’Ofv, Oyvind Solberg Thorsen, «nessun paese al mondo si avvicina alla Norvegia nella corsa verso le vetture elettriche». In questo modo, il maggiore esportatore di petrolio del continente porta avanti i propri ambiziosi traguardi climatici.

Gli sforzi della Norvegia tuttavia non finiscono qui, poiché il paese dichiara di voler ridurre ulteriormente il numero di veicoli a benzina sulle sue strade e porre fine al mercato di nuove vetture a benzina o diesel entro il 2025. E tutto ciò, con 10 anni di anticipo rispetto agli obiettivi dell’Unione Europea.

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