La sezione disciplinare del Csm ha rimosso dalla magistratura Alfonso Papa, ex parlamentare del Pdl, precedentemente in servizio alla procura di Napoli. Alla base della decisione una complessa vicenda giudiziaria – finita con la prescrizione – fatta di regali, anche lussuosi, ricevuti da un gruppo di imprenditori in cambio di informazioni di prima mano sulle indagini in corso in procura.

Il Csm ha sì accolto la richiesta di rimozione arrivata dalla rappresentante della procura generale della Cassazione Elisabetta Ceniccola, ma ha anche assolto Papa da altre due contestazioni, dettaglio che comunque non ha salvato l’ex parlamentare dalla decadenza, che in ogni caso potrà essere impugnata davanti alle sezioni unite della Suprema corte.

I guai di Papa cominciarono nel 2011 con un’accusa di favoreggiamento, concussione e rivelazione di segreto d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta sulla P4 della procura di Napoli. Nel luglio di quell’anno, la Giunta per le autorizzazioni della Camera aveva dato il suo ok alla concessione delle misure cautelari per il deputato del Pdl e la decisione venne poi confermata dall’aula con un voto segreto tiratissimo, finito con 319 favorevoli e 293 contrari. Papa restò dietro le sbarre per un totale di 101 giorni e poi, il 31 ottobre, gli vennero concessi gli arresti domiciliari, mentre la completa libertà arrivò soltanto il 23 dicembre. Nel mezzo la Cassazione aveva annullato l’ordinanza di arresto nei suoi confronti per insussistenza dei presupposti per la custodia cautelare.

Nel 2012, poi, l’Anm deliberò l’espulsione di Papa a causa del «discredito» gettato sull’intera magistratura. A questa mossa, però, l’ex parlamentare rispose con una denuncia per violazione dello statuto dell’Anm, che aveva preso le sue decisioni in assenza di contraddittorio. In seguito l’arresto di Papa verrà dichiarato illegittimo dalla Cassazione e il Csm archivierà la pratica disciplinare aperta nei suoi confronti.

A margine di tutto questo, comunque, Papa verrà condannato a 4 anni e 6 mesi (più cinque anni di interdizione dai pubblici uffici) dal tribunbale di Napoli nel 2016. Tre anni dopo l’Appello ribalterà tutto dichiarando il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione di tutti i reati.
Nel luglio del 2014 Papa è stato arrestato un’altra volta, sempre per ordine della procura di Napoli, nell’ambito di un’inchiesta su alcuni scambi di favori con due imprenditori, Angelo e Roberto Grillo. Il rinvio a giudizio arriva nel 2015 per le accuse di concussione e induzione a rendere false dichiarazioni all’autorità giudiziaria. Il 15 ottobre del 2021 il tribunale di Napoli condanna Papa a quattro anni e sei mesi.

Adesso l’ennesima tegola, con il Csm che lo mette alla porta.