«Quello che al regime non piace è che le donne siano riuscite a diventare il motore di una rivoluzione. Ecco perché si avvelenano le bambine a scuola, si rinchiudono le donne in carcere o le si sottopongono a violenze fisiche e psicologiche: perché sanno che la Repubblica islamica ha i minuti contati». Sono le parole di Parisa Nazari, attivista iraniana fuggita giovanissima dal Paese, che dal 2019 ha deciso di esporsi apertamente contro il regime. Pronunciate sul palco del Teatro Litta di Milano, hanno introdotto la nuova iniziativa Coop in favore delle donne iraniane, in occasione della terza edizione di «Close the gap», la campagna per l’inclusione di genere.

«Mahsa Amini incarnava tutte le discriminazioni del Paese, perché era donna e curda – dice Nazari –. Adesso è come se l’Iran intero l’avesse adottata e si fosse unito per gridare al mondo Donna, vita, libertà». Dall’inizio delle proteste, sono quasi 500 i manifestanti morti per mano delle forze di sicurezza e di quelle paramilitari, inclusi oltre 50 minorenni. Altri 26, secondo Amnesty, rischiano la pena di morte.

All’obiettivo di mantenere alta l’attenzione mediatica rispondono le centinaia di migliaia di cartoline realizzate da Coop e Amnesty Int. che saranno recapitate all’Ambasciata dell’Iran in Italia. Da un lato, l’immagine di una chioma da «tagliare» seguendo una linea tratteggiata, come rimando al gesto simbolo della protesta. Dall’altro, le informazioni necessarie a sostenere i manifestanti e uno spazio per apporre la propria firma. «L’Iran rischia di diventare un caso dimenticato come è successo a tanti altri – dice Marco Pedroni presidente Coop Italia e Ancc-Coop –, per questo dobbiamo assumerci il compito di tenere alta l’attenzione. Più cartoline arriveranno, più incisivo sarà il messaggio che consegneremo».