Si parte dalle osservazioni avanzate a ottobre del 2018 dal presidente della Repubblica Mattarella in una lettera al parlamento nella quale, in sostanza, si chiedeva di rivedere alcune parti dei decreti sicurezza dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. Osservazioni considerate da una parte del M5S, quella più vicina al leader della Lega, le uniche modifiche possibili.

Poi c’è chi vorrebbe andare oltre, anche molto oltre, arrivando a ipotizzare una revisione più ampia non solo dei due decreti ma più in generale delle leggi sull’immigrazione. Lato della barricata lungo il quale si trovano LeU e, seppure in maniera più soft, Pd e Italia viva. In mezzo c’è il lavoro svolto dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e rimasto per mesi chiuso in un cassetto, vuoi perché prima, a dicembre, bisognava approvare la legge di bilancio poi perché, prima che l’emergenza coronavirus bloccasse tutto e tutti, si è preferito dare la precedenza ad altri provvedimenti considerati meno rischiosi per la tenuta della maggioranza.

Ecco, oggi pomeriggio si ripartirà da qui nel lavoro di revisione dei decreti sicurezza. L’appuntamento è per le 16 al Viminale e oltre a Lamorgese saranno presenti i due viceministri dell’Interno Vito Crimi per il M5S e Matteo Mauri per il Pd, i due capogruppo di LeU alla Camera e al Senato, Federico Fornaro e Loredana De Petris e il deputato Davide Faraone per Italia Viva. «La revisione dei decreti sicurezza sono uno dei punti del programma di governo, e per noi le osservazioni del presidente Mattarella rappresentano un punto di partenza, non certo di arrivo», spiega Fornaro.

Tra i punti ai quali verrà messa mano ci sono sicuramente le maxi multe (fino a un milione di euro) previste per le navi delle ong che non rispettano il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane. La proposta Lamorgese è di riportare le sanzioni a una cifra compresa tra i 10 mila e i 50 mila euro, come previsto nella prima versione del decreto sicurezza bis. L’eventuale sequestro della nave verrebbe poi subordinato alla reiterazione del reato. Modifiche che però non cancellerebbero l’impronta punitiva verso chi è colpevole solo di salvare vite nel Mediterraneo.

Altro intervento riguarda l’oltraggio a pubblico ufficiale. Il decreto oggi non prevede più la non punibilità per la «particolare tenuità del fatto», come in passato. La modifica in questo caso consiste nella reintroduzione della discrezionalità del giudice nella valutazione del reato.

Fino a qui gli interventi principali. Ma al Viminale si è lavorato anche sul primo decreto sicurezza che di fatto ha abrogato la protezione umanitaria. Al parlamento Mattarella aveva ricordato come «restano fermi gli obblighi costituzionali e internazionali». L’idea sarebbe quindi quella di ripristinare l’umanitaria estendendola rispetto a oggi a cinque nuove categorie di migranti considerati vulnerabili: le famiglie con figli minori, le persone gravemente malate, quelle con disturbi psichici, i disabili e le donne in stato di gravidanza.