Finora si era sentito un po’ di tutto a proposito dei migranti che cercano di raggiungere l’Europa e di chi li soccorre nel Mediterraneo, a partire dalle definizione delle navi umanitarie come «taxi del mare». Mai però si era arrivati a definire le operazioni di soccorso come «crociere». A colmare la lacuna ci ha pensato ieri la senatrice di FdI Marta Farolfi intervenendo al Senato nella discussione sulla conversione in legge del decreto ong. Riferendosi all’obbligo, previsto dal provvedimento, per le navi umanitarie di fare richiesta di un porto subito dopo aver effettuato il primo salvataggio, Farolfi ha spiegato: «Naufrago ha un significato ben preciso; il naufrago è il superstite di un naufragio, quindi da trarre in salvo e non da portare a fare una minicrociera nel Mediterraneo».

Parole, quelle della senatrice di Fratelli d’Italia, che hanno inevitabilmente provocato la reazione delle opposizioni e, in particolare, del dem Graziano Delrio: «Ma la destra li vede i migranti quando scendono dalle navi delle ong? Hanno le facce di chi fa crociere? – ha chiesto l’ex ministro – No, hanno le facce di chi scappa da guerre. E noi, purtroppo, siamo qui a discutere di un provvedimento che è solo una bandierina nelle mani della destra».

Il decreto messo a punto dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi è arrivato ormai alle battute finali. La commissione Affari costituzionali ha licenziato senza neanche discutere i 164 emendamenti presentati al testo, che quindi arriva in aula senza relatore e con il governo quasi certamente già pronto a mettere a fiducia, ripetendo così quanto già visto alla Camera.

Nel frattempo ieri è stata bocciata con 87 no e 65 sì a pregiudiziale di costituzionalità presentata dalle opposizioni. «Non potete contrastare l’obbligo di soccorso in mare sanzionando chi lo compie perché questo ve lo impedisce il diritto costituzionale, nazionale e internazionale», ha detto il senatore 5 Stelle Ettore Licheri nel corso del dibattito in aula. Daniela Sbrollini, senatrice di Azione-Italia Viva, ha parlato di «una norma disumana, che dilata oltre ogni logica il concetto di porto sicuro».

«Il governo – ha aggiunto – dimostra l’incapacità di affrontare un tema in modo sistemico, strutturale, un fenomeno complesso come quello dell’immigrazione. Si limita a individuare un nemico immaginario, le navi delle ong. Così, sposta la responsabilità sui soggetti sbagliati e affronta il problema con una soluzione inefficace e incostituzionale». E di «norma manifesto e di propaganda, che non produrrà alcun effetto» ha parlato anche il dem Dario Parrini.

E alla Lega, che parla del decreto come di «un primo passo verso il riordino della gestione migratoria» ha risposto la senatrice Valeria Valente (Pd), per la quale «Il decreto ong segna un preoccupante e significativo arretramento in materia di diritti umani e colloca l’Italia in una posizione difficile nei confronti della comunità internazionale», In serata le opposizioni hanno chiesto di non procedere all’esame degli emendamenti e di riassegnare il testo alle commissioni. Per le le 10 di questa mattina è prevista la replica del governo.