Dl missioni, la svolta del Pd no alla Guardia costiera libica
Oggi il voto alla Camera, ma i dem non voteranno i nuovi impegni con Tripoli
Oggi il voto alla Camera, ma i dem non voteranno i nuovi impegni con Tripoli
Quando oggi le commissioni Esteri e Difesa della Camera si riuniranno per il voto finale sulla delibera missioni internazionali, il Pd non voterà la scheda 47, quella che riguarda il rinnovo della missione italiana in Libia. Una posizione inedita, visto che finora tra i dem le voci contrarie sono state solo una minoranza, ma che questa mattina potrebbe perfino trasformarsi in un voto contrario se dal segretario Enrico Letta dovesse nel frattempo arrivare un’indicazione in tal senso.
A deciderlo sono stati ieri i parlamentari del Pd dopo che nel pomeriggio la capigruppo aveva stabilito all’unanimità di far licenziare il provvedimento solo dalle due commissioni, saltando il passaggio in aula. «Fermo restando che io voterò comunque contro, si tratta di una decisione molto importante, con il Pd che dà un segnale forte in un momento difficile come quello che stiamo attraversando», commenta il dem Erasmo Palazzotto. La delibera verrà votata nei prossimi giorni anche dalle commissioni Esteri e Difesa del Senato.
Come in passato, anche oggi la scheda riguardante la missione in Libia, e in particolare gli impegni dell’Italia nel sostenere la Guardia costiera di Tripoli, verrà votata separatamente dal resto della delibera. Rispetto a quanto accaduto finora non è più previsto che il nostro Paese si occupi di addestrare gli equipaggi della Marina libica limitando l’impegno alla fornitura di pezzi di ricambio e alla riparazione delle motovedette. «La missione – è spiegato nella delibera – ha l’obiettivo di supportare … le autorità libiche preposte al controllo dei confini marittimi, per renderle progressivamente autonome nella gestione tecnica e operativa dei mezzi di cui sono dotate». Per questa attività nella delibera è previsto un finanziamento di 11.848.004 euro fino al 31 dicembre 2022.
Per quanto «tecnico», il supporto fornito alle autorità di Tripoli appare comunque eccessivo visto che poi con quegli stessi mezzi i libici intercettano i migranti nel Mediterraneo riportandoli nei centri di detenzione. Proprio per questo l’anno scorso quando si trattò di licenziare il provvedimento, alcuni parlamentari Pd, M5S e Leu si rifiutarono di votare la scheda sulla Libia. La novità di quest’anno è la scelta di tutto il Pd – e non solo di alcuni parlamentari – di prendere le distanze dissociandosi dall’assumere impegni verso un Paese che non ha mai rispettato i diritti dei migranti (al punto di non aver ancora firmato la Convenzione di Ginevra sui rifugiati) e per di più di fatto senza un governo.
Libia a parte nella delibera è previsto un maggiore impegno dell’Italia nelle missioni all’estero e in particolare nell’Europa dell’Est come conseguenza dell’invasione russa dell’Ucraina. L’impegno in questo caso riguarda 1.150 uomini che andranno a rafforzare i contingenti Nato impiegati nella difesa dei Paesi confinanti con l’Ucraina.
Proprio le attività conseguenti alla guerra hanno portato a un incremento della spesa per le missioni italiane all’estero, passata da 1,35 miliardi di euro del 2021 agli attuali 1,5 miliardi. In crescita anche il numero di uomini impiegati, saliti dai circa 9.500 dell’anno scorso a 12 mila.
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