«Ne arrivano più di mille al giorno, stipati nei treni oppure a bordo dei bus. Sembra di essere tornati al 2015». Ronja Lange, responsabile di “Moabit Hilft”, Ong berlinese da sempre in prima linea sul fronte dell’accoglienza, riassume così l’emergenza-profughi riscoppiata con la guerra in Ucraina. Tra l’immediata e spontanea solidarietà dal basso dei volontari auto-organizzati e l’ingiustificabile ritardo delle istituzioni ancora una volta impreparate a gestire l’esodo di massa. Partendo dalla scuola, che per i bambini non c’è perché, banalmente, «la burocrazia prevede sempre 19 giorni per l’iscrizione» o dai finanziamenti statali ancora appesi all’apposita seduta del Senato del...