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Desecretato l’affidavit di Mar-a-Lago. E Trump incassa

Desecretato l’affidavit di Mar-a-Lago. E Trump incassaLa polizia di fronte a Mar-a-Lago durante la perquisizione dell'Fbi – Ap

Stati Uniti Un giudice decide di rendere pubblici i motivi dietro la perquisizione della villa dell'ex presidente. Ma la sua campagna elettorale non ne risente: donato un milione di dollari al giorno

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 20 agosto 2022

A seguito delle pressioni dei media per la desecretazione della dichiarazione giurata (affidavit) in cui sono elencati i motivi addotti dai federali per ottenere il mandato di perquisizione della residenza di Trump a Mar-a-Lago, il giudice Bruce Reinhart ha stabilito di rendere pubblico il documento.

Per poterlo divulgare il Dipartimento di Giustizia dovrà rivederlo e renderlo pubblico con degli omissis: la decisione di Reinhart accoglie entrambe le richieste, quelle dei media e quelle degli avvocati del Bureau e dello stesso Dipartimento di Giustizia, contrari alla divulgazione dell’affidavit, preoccupati che possa fornire troppe informazioni sui prossimi passi degli investigatori.

L’AFFIDAVIT di Mar-a-Lago è destinato a diventare uno dei documenti più esaminati della politica americana moderna, accanto ai Pentagon Papers e ai nastri audio di Richard Nixon sul Watergate.

Il termine fissato per la divulgazione è il 25 agosto e dà il via a una settimana di speculazioni sui suoi contenuti, e i rischi legali per Trump e la sua probabile candidatura presidenziale del 2024. Nonostante le allettanti possibilità di rivelazioni succulente, è probabile che la divulgazione si riveli deludente, visti i tagli che dovranno essere fatti.

La dichiarazione giurata contiene documenti altamente riservati riguardanti la sicurezza nazionale e andrà desecretata senza ignorare la necessità di proteggere i testimoni ed esporre gli agenti dell’Fbi a ulteriori pericoli per la loro sicurezza personale, dovuti alla retorica belligerante di Trump che ha individuato nei federali il nuovo nemico del (suo) popolo.

L’agenzia sta registrando un numero preoccupante di minacce credibili agli agenti: c’è già stato un tentativo di irruzione nella sede dell’Fbi in Ohio, finito malissimo per l’attentatore, ucciso dagli agenti.

NEL FRATTEMPO Trump usa il furore della sua base per raccogliere un enorme bottino e finanziare la campagna elettorale che evidentemente conta di lanciare.

Stando alle fonti della Cnn, dal giorno della perquisizione le casse dell’ex presidente si riempiono al ritmo di un milione di dollari al giorno, una risposta entusiasta al torrente infinito di email e sms con cui il team elettorale chiede «contributi concreti» per contrastare la persecuzione politica di cui The Donald sarebbe vittima innocente.

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