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Una deputata indigena al Congresso di Brasilia, cade un tabù lungo due secoli

Una deputata indigena al Congresso di Brasilia, cade un tabù lungo due secoliUna protesta degli indigeni dello Stato brasiliano di Roraima di fronte all’Assemblea legislativa

Non solo Bolsonaro Spinta dalla sua comunità, Joenia Wapichana conquista un seggio nel piccolo stato di Roraima, Avvocata dei diritti dei popoli nativi e dei migranti. Fondi dal basso per la sua campagna. In parlamento avrà contro la «bancada ruralista» con i suoi 200 eletti

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 31 ottobre 2018

Mai una donna indigena era stata eletta deputata al Parlamento brasiliano. Ci è riuscita Joenia Wapichana sconfiggendo un tabù che durava da 194 anni, dall’insediamento della prima Camera dei deputati e dalla promulgazione della prima Costituzione nella quale non figurava alcun riferimento all’esistenza e ai diritti degli indigeni. Ha conquistato un seggio nel piccolo Stato di Roraima, nel nord del Brasile, confinante col Venezuela.

UN ALTRO RAPPRESENTANTE indigeno, Mario Juruna, era stato eletto deputato dal 1983 al 1986 e si deve al suo impegno la creazione della Commissione permanente dell’Indio, che poi è diventata la Commissione dei diritti umani. Ora, per la prima volta, è una mulher indigena a far sentire nel Congresso di Brasilia la voce del suo popolo.

In questi ultimi anni le donne indigene sono state in prima fila nella difesa delle loro comunità. Nel 2017 era stata Nara Barè la prima donna ad essere eletta Coordinatrice delle organizzazioni indigene dell’Amazzonia brasiliana (COIAB). Joenia Wapichana è nata 43 anni fa in un villaggio indigeno a 65 Km da Boa Vista, capitale di Roraima. Incoraggiata e sostenuta dalla sua comunità, all’età di otto anni si trasferisce in città con la madre per seguire il primo ciclo di formazione scolastica. Ha passione per lo studio e decide di affrontare il corso di Diritto presso l’Università Federale di Boa Vista. Studia e lavora, completando gli studi nel 1997 e diventando la prima donna indigena a conseguire una laurea in Diritto. Una borsa di studio le consente di frequentare, successivamente, l’Università dell’Arizona (Usa) e ottenere la specializzazione in Diritto internazionale e politiche indigene.

TORNATA IN BRASILE inizia ad esercitare la professione di avvocato, prima donna indigena nella storia del Brasile, dedicandosi con tutte le sue forze alla difesa dei diritti del suo popolo e partecipando a tutte le battaglie di legalità che si combattono nel paese. Nello svolgimento dell’attività politica adotta come nome quello della sua etnia, in sostituzione di Batista de Carvalho, come risulta sul certificato di nascita. «Quando dico che sono Joenia Wapichana, valorizzo una comunità e l’identità indigena» afferma più volte. La sua attività nelle aule di giustizia per la difesa delle comunità indigene è intensa, organizza nei territori numerosi corsi che affrontano le questioni relative ai diritti legali delle persone. Nel 2004 riceve il premio Reebok dei diritti umani per il suo impegno a favore delle popolazioni indigene.

PERCHÉ JOENIA non svolge semplicemente la difesa legale nei tribunali, ma porta avanti molte iniziative per migliorare le condizioni di vita del suo popolo. Nel 2008, davanti al Supremo Tribunale Federale di Brasilia, difende alcune comunità dello Stato di Roraima perché sia riconosciuto il loro diritto sulla Riserva Raposa Serra del Sole, un’area di 1,7 milioni di ettari che era stata occupata abusivamente da allevatori di bestiame e produttori di riso. Il STF riconosce tale diritto e ne autorizza la demarcazione. Joena ha seguito tutte le fasi di questa importante battaglia, dentro e fuori dai tribunali, acquistando considerazione e credibilità.

Ed è così che, nell’aprile di quest’anno, nel corso degli incontri svolti nell’Accampamento «Terra livre» di Brasilia, viene proposta la sua candidatura. Il movimento Rede la include fra i suoi candidati nello Stato di Roraima.

PER SOSTENERE LE SPESE della campagna elettorale viene creato un fondo su cui confluiscono il contributo della Rede e i numerosi piccoli contributi di indigeni e non indigeni. In Roraima sono sempre stati eletti in Parlamento politici che hanno grandi interessi economici e che sono in grado di investire 2-3 milioni di reais per la loro elezione. Joenia ha a disposizione 195 mila reais (40 mila euro circa) che utilizza per visitare centri abitati, villaggi, comunità rurali. Sono i diritti e lo sviluppo sostenibile al centro di tutti i suoi incontri. Deve combattere la pratica della compravendita dei voti che tutti i candidati mettono in atto offrendo qualche decina di reais, una cesta di prodotti alimentari, bevande alcoliche, qualche pallone di calcio.

LE COMUNITÀ INDIGENE la sostengono, ma riceve anche molti voti da elettori non indigeni per il ruolo sociale che sta svolgendo nella crisi migratoria in atto al confine tra Venezuela e Brasile. Negli ultimi due anni 150 mila venezuelani sono entrati in Brasile attraverso il confine di Roraima. La crisi economica e sociale che colpisce il Venezuela, aggravata dalle sanzioni economiche che sono state adottate nei suoi confronti, ha determinato una vera e propria crisi umanitaria. Una parte dei rifugiati è stata accolta nelle poche strutture locali, ma la maggior parte di essi vive in precarie condizioni e in rifugi di fortuna. Si sono registrati anche fenomeni di tensione con la popolazione locale. Joenia si sta battendo perché ci sia una politica di accoglienza da parte del governo e non venga chiusa la frontiera col Venezuela, come ha invocato il governatore dello Stato. La sua elezione avviene in un momento particolare per il Brasile e per il popolo indigeno. Il FUNAI (Fondazione Nazionale dell’Indio) in un suo comunicato afferma che questo risultato rappresenta una conquista dei popoli indigeni e di tutte le donne del Brasile. Joenia è una delle 77 donne elette alla Camera dei deputati alle ultime elezioni, che rappresentano solamente il 15% sul totale di 513 deputati.

 

Joenia Wapichana

 

QUANDO INIZIERÀ il suo mandato nel gennaio 2019 si troverà in un Parlamento che ha un elevato profilo conservatore e reazionario. La bancada ruralista, il blocco agrario, che rappresenta il più forte gruppo di pressione anti-indigena potrà contare su almeno 200 deputati. La Proposta di emendamento della Costituzione (PEC 215) sarà una delle maggiori questioni da affrontare, con la richiesta di trasferire al Congresso il compito di stabilire la demarcazione delle terre indigene, sottraendo tale compito agli organismi indicati dalla Costituzione.

L’altra questione aperta è quella del Marco temporal, il limite temporale secondo cui gli indigeni possono rivendicare solamente le terre che occupavano nel 1988, al momento della promulgazione della Costituzione. Tesi che viene respinta perché molte comunità erano state scacciate con la forza dai loro territori prima di quella data, in particolare durante il regime militare.

DICHIARA JOENIA dopo l’elezione: «Mi impegnerò per la difesa dei diritti collettivi degli indigeni e per arrivare a concludere il processo di demarcazione delle terre, bloccato dal Governo Temer. Perché solo la presenza indigena nei territori può garantire la salvaguardia dell’ambiente. La mia prima proposta sarà la creazione di uno Statuto dei popoli indigeni. Stiamo attraversando una fase molto difficile in Brasile e le garanzie costituzionali sono a rischio, non solo per le comunità indigene. Rappresenterò e difenderò i diritti dei popoli indigeni, ma anche l’insieme dei diritti sociali che vengono messi in discussione: salute, educazione, ambiente, cultura, sicurezza».

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