«La Russia farà di tutto per sostenere i bambini orfani del Donbass». Prendendo a modello la più stantia propaganda sovietica (ieri ha detto anche di non escludere la possibilità di reintrodurre il titolo onorario di «Madre eroica» che in epoca sovietica veniva attribuito alla madri che partorivano o crescevano molti figli), Vladimir Putin prova a rivestire con una patina di umanità quello che ormai è l’ennesimo dramma provocato dall’invasione dell’Ucraina: la deportazione di decine e decine di migliaia di minori ucraini rimasti orfani a causa della guerra oppure strappati alle famiglie e trasferiti nel territorio nemico per essere adottati da famiglie russe. Pratica che sarebbe facilitata anche dalla semplificazione delle procedure di concessione della cittadinanza russa, in particolare per gli orfani.

Il rischio di adozioni illegali di chi ha perso i propri genitori è uno dei principali timori denunciati ieri dalla viceministra dell’Interno di Kiev Kateryna Pavlichenko, secondo la quale sarebbero almeno 234 mila i bambini deportati dall’inizio della guerra.

Tra gli ultimi ci sarebbero quelli presi a Mariupol, stando a quanto dichiarato sempre ieri dal consigliere del sindaco della città Petro Andryuschenko. «Le autorità occupanti hanno avviato il processo di identificazione e raccolta dei bambini che sono rimasti soli», ha denunciato. «In particolare sappiamo che circa 15 bambini che erano stata accolti dai residenti della città sono stati trasferiti dall’esercito di Mosca in un luogo non specificato».

Deportati, sfollati o uccisi, i bambini sono tra le principali vittime della guerra. Secondo l’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni unite in media ogni giorno più di due bambini vengono uccisi e più di quattro feriti nel corso di attacchi compiuti in aree popolate da civili che hanno colpito anche infrastrutture da cui dipendono i minori, 256 delle quali sanitarie e 1 scuola su 6 tra quelle supportate dall’Unicef.

Centinaia di altre scuole di altre scuole nel paese sono state danneggiate mentre secondo l’organismo delle Nazioni unite le condizioni dei bambini che si trovano nelle aree dell’Ucraina orientale e meridionale, dove i combattimenti si sono intensificati, sono sempre più disperate.

Un capitolo a parte riguarda poi i minori che non hanno più un luogo in cui vivere. Sempre l’Unicef ha calcolato in 3 milioni i bambini affollati all’interno dell’Ucraina e circa 2,2 milioni quelli che si trovano nei paesi europei che hanno accolto i profughi e che adesso hanno bisogno di assistenza umanitaria. Circa due bambini su tre ha perso la propria casa a causa dei combattimenti.

«Senza un cessate il fuoco e negoziati di pace immediati, i bambini continueranno a soffrire e le ricadute della guerra avranno un impatto sui bambini vulnerabili di tutto il mondo» ha affermato Catherine Russel, direttrice generale dell’Unicef.