Decreto sicurezza, la Camera archivia le norme di Salvini
Immigrazione I voti a favore sono stati 298. Tre grillini votano in dissenso dal Movimento
Immigrazione I voti a favore sono stati 298. Tre grillini votano in dissenso dal Movimento
Con 298 voti a favore, 232 contrari e nove astensioni la Camera ha approvato ieri il nuovo decreto sicurezza che passa ora al Senato dove è già atteso dal voto di fiducia. I tempi per l’approvazione del provvedimento, che chiude definitivamente l’era dei decreti anti immigrazione di Matteo Salvini, sono stretti visto che la scadenza è prevista per il 20 dicembre. Questa mattina la conferenza dei capigruppo deciderà il calendario dei lavori ma è quasi certo che il voto finale dell’aula del Senato verrà fissato al massimo per venerdì della prossima settimana.
Quello che a torto o a ragione è considerato come il provvedimento bandiera della Lega si prepara dunque a lasciare definitivamente le scene della politica italiana. Certo restano i dubbi su possibili sorprese in arrivo da qualche senatore dissidente del M5S, ma la strada sembra ormai tracciata. Un esempio del malumore grillino si è avuto anche ieri alla Camera dove tre deputati hanno votato contro il decreto in dissenso con il gruppo e altri tre si sono astenuti.
E dura è stata la protesta della Lega, che dopo aver ricordato al M5S di aver votato i decreti sicurezza di Salvini nel precedente governo Conte 1, ha esposto uno striscione con la scritta «Stop al decreto clandestini» mentre dalla tribuna veniva mostrata una gigantografia raffigurante Conte e Salvini insieme al momento dell’approvazione dei provvedimenti. «Noi del Movimento 5 Stelle siamo decisamente diversi dagli altri schieramenti e soprattutto dalla Lega», è stato la replica del presidente della Commissione Affari costituzionali, Giuseppe Brescia. «E questa differenza sta tutta nel fatto che noi abbiamo scelto di restare al timone, continuare a batterci e a metterci la faccia per cercare di risolvere i problemi».
Critiche ai precedenti decreti sicurezza erano arrivate in passato anche dal presidente Mattarella che aveva sottolineato la necessità di una parziale riscrittura. Le modifiche apportate vanno oltre le richieste del Quirinale e reinseriscono, come stabilito da una sentenza della Corte costituzionale, anche la possibilità per i richiedenti asilo di iscriversi alle anagrafi comunali.
Tra le novità più importanti alcune riguardano le navi delle ong che effettuano soccorsi in mare. Il salvataggio dei migranti in difficoltà deve essere svolto dopo aver avvisato il Paese di bandiera e il centro di coordinamento competente, comprendendo tra questi anche quello di tripoli, condizione che ovviamente nessuna ong accetterà mai.
Spariscono in compenso le maxi multe per le navi delle ong che non rispettano il divieto, imposto dal Viminale in accordo con i ministeri dei Trasporti e della Difesa, di ingresso nelle acque territoriali. Le nuove sanzioni sono comprese tra i 10 mila e i 50 mila euro ma potranno essere inflitte solo dopo l’intervento di un giudice. Prevista inoltre la possibilità di tramutare i permessi umanitari n permessi di soggiorno se il migrante ha trovato un lavoro, mentre sarà vietato espellere stranieri che in patria rischiano persecuzioni politiche, tortura o per ragioni di razza, sesso e religione, ma anche se corrono rischi per il loro orientamento sessuale o l’identità di genere. Per queste persone è prevista la possibilità di richiedere un permesso umanitario.
Altra novità importante riguarda a creazione del Sai, il Sistema di integrazione e accoglienza. Sono previsti due livelli di prestazioni: i primo per i richiedenti asilo e il secondo destinati a coloro i quali è stata accolta la domanda di e per i quali sono previsti servizi finalizzati all’integrazione.
Novità anche per quanto riguarda il decreto flussi: nel caso non venga pubblicato nel corso dell’anno il presidente del consiglio può emanarlo ugualmente senza tener conto del tetto di ingressi fissato l’anno precedete. Da sottolineare infine anche i tempi di attesa per la risposta alle domande di cittadinanza, che tornano a 24 mesi prorogabili fino a 36, e la cosiddetta «norma Willy» che prevede multe per chi partecipa a risse fuori dai locali, ma anche la reclusione da sei mesi a sei anni nel caso ci sia un ferito o un morto.
Soddisfazione per il via libera dato dalla Camera al nuovo decreto sicurezza è stata espressa dal viceministro dell’Interno Matteo Mauri: «Il voto di oggi – ha detto – rappresenta un passo importantissimo per tornare a gestire il fenomeno migratorio con razionalità e nel rispetto del diritto internazionale». Analogo il commento del deputato di LeU Erasmo Palazzotto, per il quale «oggi si chiude una pagina oscura della nostra democrazia, ripristinando almeno in parte i principi di civiltà giuridica che erano stati calpestati da quella che non esito a definire un’aberrazione del Diritto, ovvero i decreti Salvini».
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