È stata una «discussione molto articolata sulle questioni di legittimità costituzionale», dicono gli avvocati di Sos Mediterranée Dario Belluccio e Francesca Cancellaro. Ieri a Brindisi si è tenuta la seconda udienza del procedimento civile in cui la Ong ha impugnato il fermo amministrativo della sua nave Ocean Viking disposto il 9 febbraio scorso. Nel confronto aleggia la possibilità che la norma finisca davanti alla Corte costituzionale o alla Corte di giustizia Ue. La giudice ha concesso 60 giorni per il deposito delle memorie riepilogative delle parti, poi deciderà se procedere con l’istruzione della causa di merito o interpellare un tribunale superiore.

A breve, invece, deciderà sull’istanza presentata dall’Avvocatura dello Stato per la revoca della sospensione del fermo, che il tribunale aveva deciso in via cautelare e su cui poi aveva dichiarato la cessazione della materia del contendere perché nel frattempo erano trascorsi i 20 giorni di punizione. Belluccio e Cancellaro si sono opposti.

Ieri intanto sono state toccate diverse questioni relative alla legge che secondo i legali della Ong contraddicono le normative sovraordinate: la possibilità che l’Italia abbia giurisdizione su una nave battente bandiera straniera in acque internazionali; la legittimità delle sanzioni contro chi salva vite umane in mare; la proporzione tra le condotte sotto accusa e le pene comminate; la tutela dei diritti fondamentali di soccorritori e soccorsi.