Soltanto una settimana fa i tedeschi dell’Afd sono stati espulsi dal gruppo europeo Identità e democrazia, per le dichiarazioni indulgenti del loro portavoce nei confronti dei nazisti delle Ss. Pochi giorni dopo, invece, Giorgia Meloni ha attribuito allo «squadrismo fascista» l’omicidio di Giacomo Matteotti: formulazione un po’ generica oltre che scontata, eppure abbastanza sorprendente per gli standard cui ha abituato la presidente del consiglio. Poche ore dopo, tuttavia, i fantasmi del passato nero sono tornati ad aleggiare sulla destra italiana e sulla campagna elettorale. Roberto Vannacci, candidato indipendente nella Lega per iniziativa di Matteo Salvini, ha diffuso online uno spot elettorale nel quale invitare a fare «una ‘decima’ sul simbolo della Lega» e il suo nome: «Li travolgeremo tutti con una valanga di voti per cambiare questa Europa che non ci piace», afferma il generale della Folgore riferendosi alla X flottiglia Mas, il corpo che combattè nella seconda guerra mondiale e che, dopo l’8 settembre, fu in prima fila assieme ai nazisti al servizio della Repubblica di Salò. Il comandante era Julio Valerio Borghese, al centro di trame nere e tentativi golpisti tra gli anni Sessanta e Settanta.

NON È UNA SPECIE di parodia, magari creata con l’intelligenza artificiale: lo staff di Vannacci rivendica l’operazione. «Si precisa che non è un fake ed è stato realizzato da alcuni sostenitori – affermano – La Decima Mas, come riportato da Treccani, è ‘il reparto dei mezzi d’assalto della Marina italiana che nel marzo del 1941 assunse la denominazione di X flottiglia Mas’. Nel libro Il coraggio vince il generale Vannacci ricorda come da ragazzo fu ispirato ad entrare nei corpi speciali dalle imprese compiute dalla X flottiglia Mas prima dell’armistizio. Il riferimento, come già scritto nel libro, è alle imprese di Malta e ad Alessandria In Egitto, prima dell’8 settembre». Già in passato, Vannacci si era rifugiato dietro i lemmi della Treccani per giustificare il suo rifiuto di dare un giudizio su Benito Mussolini che non fosse la semplice definizione di «statista».

PER MARCO GRIMALDI, deputato di Avs, il video di Vannacci è «frutto di una cultura violenta ed eversiva». «Chi evoca un tentato golpe neofascista, occhieggiando ai nostalgici della destra più estrema, per far polemica, per avere visibilità o ancor peggio per racimolare due voti è un irresponsabile – afferma Grimaldi – Salvini è un ministro della Repubblica democratica, ha giurato sulla Costituzione: lo condanni». Il leader della Lega prova a chiudere la questione dicendo che «il fascismo è morto e sepolto nel Novecento». È la solita formula che serve ad aggirare l’attualità dell’antifascismo. Da +Europa Riccardo Magi rilancia: «Non possiamo tollerare che venga fatta propaganda per un gruppo dichiaratamente filonazista e repubblichino».

SEMPRE A PROPOSITO di nostalgia, Meloni parlando con il portale a Skuola.net si produce in una rivendicazione delle radici missine di Fratelli d’Italia: «Nel simbolo c’è ‘Giorgia Meloni’ perché dice che ci deve stare. C’è la Fiamma tricolore, lo storico simbolo che accompagna i partiti della destra della storia repubblicana: prima il Movimento sociale italiano, poi Alleanza nazionale. Siccome noi andiamo in continuità con quella storia l’abbiamo stilizzata e ripresa». Parlando da Genova, Elly Schlein le manda a dire: «Noi siamo antifascisti come lo è la nostra Costituzione, vorremmo che lei potesse dire lo stesso, visto che ci ha giurato sopra». Oggi, la presidente del consiglio, parlerà in comizio a Roma in piazza del Popolo. Domani, nel giorno della festa della Repubblica, la segretaria dem chiama i suoi a raccolta contro le premierato e autonomia differenziata, sempre a Roma, nel quartiere Testaccio.