Una sorta di daspo e carcere per chi imbratta i monumenti storici. E’ quanto prevede un disegno di legge al quale sta lavorando Fratelli d’Italia (primo firmatario il senatore Marco Lisei) che si propone di rafforzare le sanzioni per chi danneggia beni culturali o ambientali.

Dopo le misure adottate contro organizzatori e partecipanti ai rave, protagonisti del primo decreto varato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nel mirino – questa volta delle maggioranza – finiscono gli attivisti per l’ambiente, saliti alla ribalta delle cronache per alcune azioni messe in atto per attirare l’attenzione sui rischi derivanti dai cambiamenti climatici. L’ultima, in ordine tempo, quella compiuta il 1 aprile scorso, quando due uomini e una donna appartenenti a «Ultima generazione», per protestare contro i combustibili fossili utilizzarono il carbone vegetale per colorare di nero la Barcaccia di piazza di Spagna, a Roma.

Da quanto si è appreso il ddl sarebbe composto da un solo articolo recante modifiche al decreto legge numero 14 del 20 febbraio 2017 e all’articolo 635 del codice penale. In pratica per chi ha riportato una o più denunce o è stato condannato – anche con sentenza non definitiva – per vandalismo o danneggiamento volontario di beni culturali tutelati, è previsto il divieto, per un minino di sei mesi ad un massimo di un anno, di avvicinarsi ad una distanza inferiore a 10 metri agli edifici sottoposti a tutela. La trasgressione del divieto comporta una multa che va dai 500 ai 1.000 euro.

Il disegno di legge punisce inoltre con la reclusione da sei mesi a tre anni anche chi deturpa o imbratta edifici pubblici o di culto ed edifici sottoposti a tutela come beni culturali.
«Il diritto di scegliere di compiere azioni di disobbedienza civili» – è spiegato nella relazione del ddl – non deve essere «assolutamente confuso con il no diritto a compiere azioni vandaliche per porre all’attenzione delle persone questo o quel problema o esigenza». «L’obiettivo dissuasivo non sempre ottiene il risultato sperato» , si avverte.

Va detto che nel testo si mettono insieme episodi molto differenti tra loro, mischiando atti di vandalismo puro ad azioni dimostrative come quelle degli attivisti per il clima. «Basti pensare – è scritto – a chi ha condotto il veicolo che guidava, un suv Maserati a noleggio, sulla scalinata di Trinità dei Monti, a chi a percorso a bordo di uno scooter, sempre a noleggio, una parte del parco archeologico degli scavi di Pompei, a chi ha fatto sci nautico a Venezia nel Canal Grande, ai graffiti sul Colosseo alle vernici sulla facciata di palazzo Madama e su altri immobili delle istituzioni pubbliche».