Visioni

Dall’estasi alla malinconia, il sogno di Cenerentola sex worker a New York

Dall’estasi alla malinconia, il sogno di Cenerentola sex worker a New YorkMikey Madison in «Anora»

Cannes 77 In concorso arriva il nuovo film di Sean Baker «Anora»

Pubblicato 5 mesi faEdizione del 22 maggio 2024

Dal buio pulsante delle curve nude e delle luci colorate di uno strip club emerge uno dei film migliori visti in concorso fino adesso- Anora, di Sean Baker. Il regista di Florida Project e Red Rocket (Cannes 2021) torna sulla Croisette con una sua reinterpretazione di Pretty Woman. Invece di Julia Roberts e Richard Gere, la prostituta e il ricco businessman, è Mikey Madison (Once Upon a Time in Hollywood) e Mark Eydelshtein, una spogliarellista e il figlio di un oligarca russo. Invece di Los Angeles è New York. Baker torna a girare nella sua città natale, set dei primi film, e – diversamente dall’asettico The Apprentice – ci trasporta immediatamente nella sua grana grossa e nella sua elettrica messiness cultural/sociale.

IL LITORALE di Coney Island e il quartiere russo di Brighton Beach – con un paio di puntatine aldilà del ponte e due viaggi a Las Vegas – sono i set principali di questa screwball ancorata alla splendida interpretazione di Madison nei panni di Anora detta Ani – stripper dolce ed esperta, con nome e nonna uzbeki, per cui al club HQ (che sta per headquarters, quartier generale) le affibbiano sempre clienti che vogliono parlare russo. Tra loro è Ivan (Eydelshtein) che mastica l’inglese più o meno come Borat e vive in uno stato di simpatica, spumeggiante alterazione perenne, da alcol e stupefacenti. A seguire quel primo incontro all’HQ, lui la invita a casa, un villone moderno di gusto terribile che si affaccia sulla Sheepshead Bay, per conoscersi meglio. Dopo qualche amplesso veloce e immaturo, ma pagato benissimo, e un festone di fine d’anno, Ivan le chiede una settimana di esclusiva – per 15 mila dollari in contante. Baker riprende con humor e tenerezza l’intimità delle loro conversazioni smozzicate in due lingue, il sesso immancabilmente acerbo, le scorribande sulla spiaggia con gli amici di lui, sullo sfondo – non a caso – del Luna part di Coney Island.
Tutti sempre euforici e molto su di giri. Ani è divertita dagli eccessi del bambino straricco (lo scarto tra classi è un leit-motiv del cinema di Baker), ma sembra guardinga -almeno fino un viaggio a Las Vegas dove comincia a credere a quel sogno febbricitante anche lei e accetta di sposarlo. Per il viaggio di nozze, dice felice all’amica, sta pensando a Disney World.

Il regista rilegge a modo suo «Pretty Woman» con una bravissima Mikey Madison

IL RISVEGLIO è brusco, con i genitori di “Vanya» in volo dalla Russia e tre figuri (tra cui Karren Karagulian, attore talismano di Baker che faceva il taxista armeno in Tangerine), che si presentano nel villone con un piano per invalidare il matrimonio e un appuntamento in tribunale il mattino dopo. I fantasmi di Howard Hawks e Blake Edwards aleggiano nella scena irresistibile in cui, dopo che Ivan se la dà a gambe, Ani sfoggia un’inattesa furia distruttiva dando inaspettato filo da torcere ai tre sgherri e all’arredamento del soggiorno. Nel mix di slapstick e autentica minaccia in cui sfuma la premessa Cenerentola/commedia romantica della prima parte del film, lei non accetterà di essere umiliata (c’è un po’ di Cabiria nel personaggio, ma meno sentimentalismo) fino all’ultimo. Anche quando, dopo che le hanno strappato il 4 carati dal dito, è costretta ad unirsi al trio, sulle orme dell’inutile marito, per un viaggio che li porta nei locali notturni di Brighton Beach e poi a Manhattan. O durante il faccia a faccia con la suocera miliardaria arpia.

BAKER LAVORA da sempre sulla fusione di attori professionisti e no, e su quella tra immersione nella realtà / improvvisazione e stilizzazione formale. Qui l’equilibrismo è quasi perfetto con un controllo sublime nei passaggi tra tempi frenetici di esorbitante comicità fisica e momenti di improvvisa calma, carichi di suspense. L’ultima scena, in particolare, concentrata nell’abitacolo di un’auto e scandita solo dal rumore del tergicristallo che caccia la neve dal parabrezza, è così bella che smetti di respirar per paura di interromperla.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento