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Dall’autonomia alla flat tax. Bruxelles stronca il governo

Dall’autonomia alla flat tax. Bruxelles stronca il governoPaolo Gentiloni – LaPresse

Piani in aria La Commissione incalza l’Italia sul Pnrr. Ma le vere bacchettate sono sui provvedimenti bandiera. Male anche su green e catasto

Pubblicato più di un anno faEdizione del 25 maggio 2023

Da Bruxelles fioccano bacchettate. Di ogni tipo e su tutti i fronti. L’occasione è la presentazione dei Report sulla situazione degli Stati dell’Unione: nel gruppo di pagelle presentate dai commissari Gentiloni e Dombrovskis quella dell’Italia è piena di insufficienze. Ci sono i ritardi del Pnrr, certo, ma lì i toni restano felpati: «Non ci sono significativi ritardi sinora ma chiediamo uno sforzo perché adesso viene la parte più pesante e c’è bisogno di un forte impegno, in particolare se si chiede di cambiare il Piano: siamo disponibili ma va fatto al più presto possibile».

Nella situazione data sono toni più che concilianti ma entro certi limiti. Il governo ha capito l’antifona e nei giorni scorsi Fitto ha inviato una lettera ai ministri coinvolti nel Pnrr fissando una data precisa. Entro la giornata di ieri voleva sul tavolo tutte le proposte di modifica del Piano dei vari dicasteri, in modo da poterle inviare entro fine mese a Bruxelles. Chissà se è riuscito a ottenerle: il quadro al momento dell’arrivo della missiva-ultimatum era ancora molto confuso.

IN OGNI CASO I RISULTATI della verifica sugli obiettivi del Pnrr verranno inoltrati alle Camere la settimana prossima, nella relazione semestrale. Poi inizierà la trattativa vera e propria con la Ue, a partire dalla visita semestrale dei tecnici della Commissione a metà giugno: dovrà concludersi comunque entro la fine di agosto. Il ministro, rispondendo al question time alla Camera, ha ripetuto che il governo ha adempiuto a tutti i provvedimenti necessari per sbloccare la terza rata del Recovery in soldoni apportando le modifiche richieste da Bruxelles. Che tuttavia non ha ancora sbloccato quei 19 miliardi fermi dal 28 febbraio.

Ma gli appunti sul Pnrr sono davvero il meno, punture di fioretto. L’ascia arriva quando si passa alle scelte politiche del governo, che la commissione passa per le armi una dopo l’altra. L’autonomia regionale? «Rischia di mettere a repentaglio la capacità del governo di indirizzare la spesa pubblica» con impatto negativo sulle finanze pubbliche e «sulle disparità regionali». Traduzione: scassa i conti pubblici e moltiplica la diseguaglianze.

Le prime misure introdotte dalla legge di bilancio sulla strada della Flat Tax? «Hanno portata ridotta e sollevano preoccupazioni in termini di equità ed efficienza del sistema fiscale perché riducono l’effetto di redistribuzione della ricchezza». Di sfuggita mettono anche «sotto pressione la sostenibilità del welfare». Se questo è l’antipasto ci si può figurare quale sarà il verdetto se e quando la Flat Tax verrà estesa.
TUTTO QUI? MACCHÉ! C’è ancora la sostenibilità dei conti pubblici. Al momento non desta preoccupazione, grazie al ritiro dei sostegni per la pandemia e la ripresa eccezionale dell’anno scorso. Però tra livello elevatissimo del debito e invecchiamento della popolazione, dunque anche della platea dei pensionati, «i rischi per la sostenibilità del bilancio sono elevati a medio e lungo termine». E la delega fiscale? «Aumenta i rischi legati all’equità e la riduzione degli scaglioni Irpef rischia di ostacolare la progressività del sistema tributario». La transizione ecologica? «Il sistema fiscale non la promuove a sufficienza» e l’Italia non ha realizzato «un’introduzione più rapida delle rinnovabili».

CON I BALNEARI qualche passo avanti è stato fatto ma le troppe proroghe ostacolano i progressi nel settore. Nulla di nulla invece sul catasto: i commissari sottolineano la mancanza col pennarello rosso. Le finestrelle sull’età pensionabile non sfuggono agli strali: basta con le misure temporanee che permettono pensionamenti anticipati. Opportuno anche un maggior controllo sulle principali banche, troppo esposte nei confronti del nemico russo. Per finire un consiglio certamente sgradito a tutto il governo ma in particolare al ministro Lollobrigida: per contrastare la bassa natalità si può ricorrere, almeno nel breve periodo, «alle politiche migratorie».

Insomma la Commissione non boccia questa o quella misura del governo italiano ma la sua intera impostazione di fondo, in particolare quando ci sono di mezzo le leggi indicate dalla Lega che resta la vera bestia nera a Bruxelles. In compenso sul Pnrr la Ue non calca affatto la mano: la contraddizione sembra essere il segno di una disposizione ambivalente nei confronti del governo e in particolare della sua premier, leader dei Conservatori europei. Un doppio registro che proseguirà almeno sino alle prossime elezioni europee.

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