Dal Chiapas una candidata indigena per il Messico
San Cristobal de las Casas Il Consiglio nazionale indigeno in questi giorni sceglie la donna che correrà per le presidenziali del 2018
San Cristobal de las Casas Il Consiglio nazionale indigeno in questi giorni sceglie la donna che correrà per le presidenziali del 2018
Nel 1994 il governo Messicano firma il trattato di libero commercio con Stati Uniti e Canada. Il 1 ̊ gennaio di quello stesso anno un gruppo di guerriglieri invade sei città del Chiapas. È l’Ezln, che dopo dieci anni di addestramento e studio esce dalla foresta e grida il suo dissenso. L’esercito del sub-comandante Marcos aspettava solo un passo falso del governo per farsi sentire e la firma del trattato con il Nord America rappresentava una notevole minaccia soprattutto per le culture indigene.
Oggi, a distanza di più di vent’anni si tirano le somme: le popolazioni native di tutto il Messico hanno sofferto gravi disagi e violenze a causa del Nafta. Gli zapatisti hanno quindi deciso, da qualche anno, di dare supporto e voce alle lotte indigene del paese proponendo la formazione del Cni, il Congresso nazionale Indigeno.
L’evento, come per molti appuntamenti zapatisti, si svolge al Cideci (Centro Indígena de Capacitación Integral), l’università della terra di San Cristobal de las Casas, Chiapas, che apre di nuovo le porte all’arrivo di migliaia di persone accorse dal Messico e dal mondo. L’ultimo Cni, il quinto, nei giorni a cavallo tra la fine del 2016 e l’inizo del 2017 si è svolto in contemporanea con un altro evento dell’Ezln: “Gli zapatisti e le coscienze per l’umanità” (L@s zapatistas y las ConCiencias por la humanidad). Un festival nato con l’obiettivo di sensibilizzare su temi che tutti trattiamo continuamente, come i cambiamenti climatici, con migliaia di persone ed esperti da mezzo mondo.
Tutti parliamo in continuazione di controllo e complotti, specialmente sui social network, però non essendo una materia scolastica ci troviamo spesso persi nella rete a dare fiducia a pagine che ci allertano sul fatto che alcuni moscerini in realtà sono droni, o che nei nostri vestiti ci sono dei microfoni, che dall’altro lato del nostro telefono c’è una spia che comunica tutto ciò che facciamo a loro (loro chi?). Sappiamo tutti che il petrolio e un business gigantesco, che l’inquinamento e il surriscaldamento globale sono problemi seri e mai come ora attuali, ma le informazioni in nostro possesso non sono mai complete. L’incontro ConCiencias ha quindi saputo riempire gli spazi vuoti di una cosi confusa informazione.
Ma perche gli zapatisti decidono di avvicinarsi alle scienze? Da quanto raccontano, tutto nasce dalla domanda di una zapatista: “Perché quel fiore e di quel colore?” Nessuno ha saputo dare una risposta scientifica, cosi decisero di fare un’altro passo avanti verso una conoscenza che migliori la propria autonomia. In effetti i compagni e le compagne in passamontagna non hanno perso una lezione e con attenzione ascoltavano in prima fila, aprendo la mente a temi per loro (e per noi) sconosciuti. Nonostante la simpatica storiella del fiore, il vero motivo per cui e stato organizzato l’evento potrebbe essere un’altro, finora ignoto. Fatto sta che hanno dimostrato di essere affiancati da esperti in ogni campo scientifico, cosi come prima, nell’incontro CompARTE avevano dato esempio di dominare tutte le arti e il web.
Mentre noi “occidentali” assistevamo alle interessanti lezioni scientifiche, i rappresentanti del Cni iniziavano le discussioni riguardo una proposta nata nell’incontro precedente e sostenuta dal subcomandante Marcos, risorto nelle vesti del sub Galeano. 43 nazioni e culture del territorio messicano si riunivano per prendere una tra le loro decisioni più difficili: la candidatura di una donna indigena, espressa dal Cni, per le elezioni nazionali del 2018.
In quei giorni, passeggiando per il Cideci, si poteva ammirare una grande quantità di culture riunite, qui, pensavamo, sono riuniti millenni di storia, le conoscenze di milioni di piante di tutto il paese, qui è riassunta la unica grande ricchezza del Messico: la diversità. Vita che però lotta per continuare ad esistere.
Per noi “bianchi” essere lì era stupefacente, ma anche loro stessi si studiavano negli abiti e le lingue, si facevano domande riguardo le culture presenti e scambiavano materiali e tecniche di artigianato. Signore Chamula posavano per foto con Marakames Wixarika, piccoli Lacandoni rimanevano a bocca aperta al passaggio delle bellissime Com Caac che, altissime, sembravano lievitare a un metro da terra.
Il Cni si e riunito per due o tre giorni nel Cideci e uno nel “caracol” zapatista di Oventik, dove si è tenuta la chiusura del congresso, aperta a tutti. Abbiamo aspettato due ore prima di poter entrare a Oventik (un caracol zapatista è il luogo dove si risolvono le questioni inerenti le comunità e dove si trova la giunta del buon governo). La riunione del CNI era terminata ed hanno parlato al pubblico che attendeva da giorni. Hanno elencato tutte le questioni che li hanno spinti a prendere questa decisione, si è parlato delle ferite del paese, si sono espressi i genitori dei 43 studenti della normale di Ayotzinapa scomparsi. E’ stata data parola ai ragazzi e le ragazze del Chanti Ollin, un centro sociale storico di città del Messico, sgomberato ultimamente.
Hanno parlato i rappresentanti di 43 culture messicane in resistenza. Infine l’attesa è stata soddisfatta dalla notizia che da ottobre tutti aspettavano. Si va alle elezioni. Il Cni nominerà una donna indigena per le elezioni 2018 e un Consiglio Indigeno di Governo (Cig).
Proprio in questi giorni, dopo mesi di dialogo di migliaia di indigeni del paese, si sta svolgendo il sesto Cni e questa volta sembra che avremo un nome e un volto (o un passamontagna).
La decisione degli zapatisti di avvicinarsi alla politica istutuzionale segna un radicale cambio di linea e non è stata certamente accolta con entusiasmo da tutti. Vi sono critiche sotto vari aspetti, tra cui quello di dover aprire un dialogo con il governo e stringere delle mani tuttaltro che pulite. Alcuni pensano addirittura che siano in atto manipolazioni al fine di dividere le sinistre e altri sostengono che sia semplicemente inutile. Mentre i sostenitori di questa scelta credono che in qualunque caso convoglierà l’attenzione sulle problematiche non solo ambientali che le culture del Messico vivono. In ogni caso, sarà una campagna elettorale intensa che vale la pena seguire.
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