Da mezzanotte di oggi quattro attraversamenti degli otto totali lungo confine fra Russia e Finlandia sono chiusi al passaggio dei migranti. Lo ha ufficializzato ieri la Guardia di frontiera finlandese, dopo che la misura era stata annunciata per giorni. «Il nostro intento è di servirci di barriere che impediscano l’ingresso», ha detto il direttore degli Affari internazionali della Guardia di frontiera Matti Pitkaniitty. Una risposta, ha affermato il primo ministro di Helsinki Petteri Orpo ai tentativi di Mosca di «destabilizzare» il Paese come rappresaglia per la decisione della Finlandia di entrare nella Nato.

La prima reazione all’interno della Ue a questa riproposizione della crisi ai confini della Bielorussia – senza alcuna attenzione alle conseguenze per i migranti – è arrivata dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che con un post su X si è schierata al fianco di Helsinki. «Ho parlato al telefono con il primo ministro Petteri Orpo, che mi ha informata della situazione al confine con la Russia. La strumentalizzazione dei migranti da parte russa è vergognosa. Sostengo pienamente le misure implementate dalla Finlandia. E ringrazio le guardie di frontiera finlandesi per la loro protezione dei confini europei».

Da oggi, i migranti che raggiungono il confine con la Finlandia potranno presentare domanda d’asilo solo a due attraversamenti: quelli di Salla e Vartius. Per la maggior parte, si tratta di persone provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente: Helsinki ha registrato un aumento negli arrivi al confine dopo che il Paese è entrato nell’Alleanza atlantica lo scorso aprile. L’ombudsman finlandese per la non-discriminazione ha affermato che Helsinki resta vincolata alla legge comunitaria e ai trattati internazionali, e deve quindi continuare a consentire ai richiedenti asilo di cercare protezione dentro i confini europei.
La Norvegia – anch’essa confinante con la Russia – si è detta pronta a imitare immediatamente l’esempio finlandese qualora dovesse essere necessario.