Scuola

Da Milano a Bologna gli studenti occupano per il diritto alla salute

Da Milano a Bologna gli studenti occupano per il diritto alla saluteIl liceo Manzoni di Milano occupato – Twitter

La protesta Per il benessere psichico, contro la meritocrazia e la competizione «Vogliamo una scuola libera, lo studio non è una prestazione»

Pubblicato più di un anno faEdizione del 20 aprile 2023

Contro la meritocrazia e per il diritto alla salute mentale. Si sta allargando la mobilitazione degli studenti. Martedì scorso hanno occupato il Liceo Manzoni di Milano dopo i risultati di un sondaggio sul benessere psichico. A seguire, si sono unite alla lotta diverse scuole di Bologna: il liceo artistico Arcangeli, il liceo Laura Bassi, l’Istituto Pacinotti, il Rubbiani, il Copernico, il Sabin, il Minghetti, oltre al Liceo Da Vinci di Casalecchio.

SECONDO L’INDAGINE promossa dal collettivo «Manzoni antagonista», 7 studenti su 10 soffrono spesso di crolli emotivi dovuti alla scuola. Il 16% del campione denuncia invece di averli sempre, la metà degli studenti sente che la propria salute mentale è influenzata proprio dalla spinta ossessiva a raggiungere l’eccellenza, classificando gli studenti solo in base ai voti. «È solo un campione di una realtà estesa nel sistema scolastico italiano – dicono gli esponenti del collettivo «Manzoni Antagonista» – C’è l’idea di fondare la scuola su concetti come il merito e la competitività, alimentando un continuo stato di pressione che trasforma lo studio da una forma di accrescimento personale ad un’interminabile prestazione delle proprie nozioni volta a dimostrare di essere, per l’appunto, meritevoli». «Auspichiamo che questa analisi non resti fine a se stessa ma che possa essere il principio di un cambiamento».

LA DIRIGENTE SCOLASTICA Maria Rossi ha annunciato un collegio docenti per discutere con i professori dei dati emersi dal sondaggio: «Ci accorgiamo che gli studenti fanno più fatica ad affrontare lo studio rispetto a quanto avveniva in passato. Anche la psicologa ci ha segnalato un aumento delle situazioni di stress e degli attacchi di panico, non in maniera vertiginosa, ma comunque importante».

LE ESIGENZE degli studenti milanesi sono le stesse di quelli di Bologna. «Vogliamo una scuola libera, individualizzata, senza ansie» hanno scritto nel loro «Manifesto». È un documento in cui fanno riferimento all’aggressione da parte di militanti neofascisti contro i giovani del liceo Michelangiolo di Firenze, inserendo l’antifascismo come una delle motivazioni principali della lotta. «La nostra è una liberazione», scrivono. Il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha invitato nei giorni scorsi gli studenti a partecipare all’istruttoria pubblica del Comune. «Ci saranno diverse giornate – ha spiegato Lepore – di fatto un microfono aperto in Consiglio comunale per portare le istanze delle nuove generazioni, è giusto che facciano sentire la loro voce».

LA VOCE DEGLI STUDENTI è arrivata al Ministero dell’istruzione «e del merito» martedì scorso quando è stato convocato finalmente il «Fast Forum» delle associazioni studentesche più rappresentative. Tra queste l’Unione degli Studenti che ha consegnato al ministro Valditara la sua proposta sull’alternanza scuola-lavoro, oggi chiamato con l’acronimo «Pcto» (Percorsi per le competenze trasversali). Nel testo si parla di orientamento, rappresentanza e «benessere psicologico». «La salute degli studenti è sempre più preoccupante e la necessità nelle scuole di strutture di supporto è sempre più sentita dalla comunità studentesca. Lo stress legato alla competizione non si può ignorare» sostiene Alice Beccari (Uds). «Siamo delusi – sostiene Bianca Chiesa, coordinatrice Uds – Valditara non ha dato nessuna risposta pratica su diritto allo studio e rappresentanza». «Il ministro ha definito ideologica la nostra posizione sul merito. Di ideologico c’è solo la volontà di non discutere di quanto sia privo di risorse il diritto allo studio. Il merito è solo un principio di legittimazione delle disuguaglianze tra gli studenti – ha detto Paolo Notarnicola (coordinatore della Rete degli studenti medi) In opposizione alla competitività chiediamo di garantire il diritto al benessere psicologico. La scuola ha il dovere di intervenire».

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