«La politica è sorda, dobbiamo muoverci noi». È l’appello alla mobilitazione lanciato sui social da Emma Ruzzon, presidente del Consiglio degli studenti dell’ateneo di Padova, contro il sistema «merito-centrico e competitivo» che ha devastato l’università e la ricerca in Italia. Nei suoi ingranaggi finiscono anche gli studenti tra i quali ci sono casi di suicidi, com’è accaduto tre giorni fa a Somma Vesuviana.

«Per un po’ leggeremo di lacrime, sconcerto cordoglio, per poi passare alla prossima notizia, e due giorni ricominciare a parlarne, quando il prossimo si toglierà la vita». «Non sono casi isolati. Siamo stanchi di stare male, di avere attacchi di panico nelle università, di imbottirci di pillole credendo sia l’unica soluzione, quando domani ci aspetterà lo stesso fuori, nel precariato del lavoro».

«Chiedo alla politica: cosa state facendo ? Vedo carezze, pacche sulle spalle – ha detto Ruzzon – ma nessuno che si prende veramente carico di questa problematica. Non vogliamo la laurea o il 18 politico. Se questa è la risposta state mentendo. Il tema è serio, e serve coraggio per affrontarlo. Non farlo è voluta sordità».

«Se questo non basta mobilitiamoci, ovunque, dentro e fuori dai social, discutiamo, dobbiamo farlo ora, perché se non lo facciamo noi non lo farà nessun altro».

Negli ultimi anni sono stati segnalati una decina di suicidi nel mondo universitario italiano. Tra gli ultimi casi c’è quello di una studentessa di 19 anni trovata morta allo Iulm di Milano, impiccata con una sciarpa. A Padova un 26enne si è schiantato con l’auto contro un albero nel giorno in cui avrebbe dovuto laurearsi in scienze infermieristiche. A Bologna un 23enne è stato trovato morto: aveva annunciato la sua laurea anche se era lontano dall’avere concluso gli studi.