Da Mao a Xi: 70 anni di Repubblica popolare cinese
«In piedi!»
Il primo ottobre del 1949 Mao Zedong annuncia la nascita della Repubblica popolare cinese, al termine di un lungo periodo segnato dagli orrori della seconda guerra mondiale, dell’occupazione giapponese e dello scontro, dopo l’alleanza in chiave anti giapponese, tra il partito comunista cinese e quello nazionalista.
Mao Zedong
La «pima generazione» di leader cinesi, capace di segnare per sempre la storia della Repubblica popolare, è stata sicuramente caratterizzata dalla personalità di Mao Zedong, leader indiscusso del partito e della nuova Cina nata nel 1949. Il suo pensiero costituirà la base dei primi trent’anni di vita della Rpc.
Il grande balzo
Dal 1958 al 1961 Mao lanciò il «grande balzo in avanti», un programma economico che avrebbe dovuto portare la Cina a competere con le grandi potenze di allora, ma che si dimostrò un errore portando alla morte di milioni di persone, anche per la complicità della terribile carestia del 1960.
La rivoluzione culturale
La grande rivoluzione culturale proletaria è stato l’altro grande lascito, negativo per molti, da parte di Mao. Nata con l’intento del Grande timoniere di sradicare le tendenze borghesi all’interno del partito comunista, divenne poi un evento drammatico, una specie di guerra civile, su cui ancora oggi la Cina si interroga.
L’era Deng
Deng Xiaoping, scampato più volte alle purghe all’interno del partito, raccoglie il paese dopo la morte di Mao e alla fine degli anni ’70, dopo aver riaperto le relazioni diplomatiche con gli Stati uniti, lancia la stagione delle «aperture e riforme». La Cina comincerà a diventare la «fabbrica del mondo», costruendo così il suo attuale successo.
Handover di Hong Kong
Tra i meriti di Deng Xiaoping, politico scaltro, pragmatico e deciso, come dimostrato in occasione delle manifestazioni del 1989, c’è sicuramente quello di aver stipulato con la Gran Bretagna, durante gli anni ’80, il passaggio di Hong Kong alla Cina, attraverso l’invenzione della teoria «un paese due sistemi».
Jiang Zemin
Oggi «grande vecchio» della politica cinese, ancora capace, almeno fino a qualche anno fa, di determinare le sorti interne al partito comunista, Jiang prese le redini del Pcc e del paese nel post Deng. La sua «teoria delle tre rappresentanze» aprì il partito anche agli imprenditori, cambiandone per sempre l’anima.
La Cina nel Wto
Nel 2001 la Cina fa il suo ingresso nell’Organizzazione mondiale del commercio, non senza scetticismo da parte di molti altri paesi. Pechino in questo modo si inserì in dinamiche internazionali, pur essendo sempre considerata «sotto osservazione». Un passaggio fondamentale nella storia recente.
Hu Jintao
Presidente della Rpc e segretario del partito dal 2002 al 2012, Hu Jintao segna la cosiddetta epoca dei «tecnocrati».
A capo di un Pcc i cui vertici erano formati per lo più da ingegneri, è Hu Jintao a supervisionare il «decennio d’oro», quello della crescita a doppia cifra – anche al 14% – e delle Olimpiadi di Pechino.
La società armoniosa
Il contributo teorico di Hu Jintao riconosciuto nello statuto del partito è la teoria dello «sviluppo scientifico del socialismo». È nel decennio di Hu che prende avvio la grande trasformazione di cui oggi vediamo i risultati. Hu puntò anche sulla «società armoniosa» per assicurare «stabilità»
Olimpiadi ed Expo
I due momenti più significativi nella storia recente cinese avvengono nel 2008 e nel 2010. Nel 2008 il paese ospita le Olimpiadi, vetrina simbolica e immaginifica capace di dimostrare al mondo la nuova potenza cinese. L’Expo, altro successo, confermò la Cina come centro del business globale.
La nuova era di Xi
Giunto al vertice del partito comunista a fine 2012 e presidente della Rpc dal marzo 2013 Xi Jinping ha accumulato talmente tanto potere da essere considerato il leader più potente nella storia della Repubblica popolare. Ha lanciato il «nuovo sogno cinese» e la «nuova via della seta», progetto globale della «nuova era»
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