Europa

Da Gugliemo il Conquistatore al sacro cucchiaio dell’unzione

Da Gugliemo il Conquistatore al sacro cucchiaio dell’unzioneIl più antico oggetto, sopravvissuto, è probabilmente il cucchiaio d’argento dorato collegato a una coppa ovale (che data fra il XII e il XIV secolo) e che serve per ungere il sovrano

Incoronazione Il cerimoniale nell'abbazia di Westminster fu fissato intorno alla fine del Trecento. Prima del 1066 non esisteva un luogo fisso per la proclamazione del sovrano. Anche gli oggetti hanno subito i rovesci della storia: durante la guerra civile inglese, dopo l’esecuzione di Carlo I, i pezzi del tesoro di pertinenza regia (i regalia) furono distrutti oppure messi in vendita

Pubblicato più di un anno faEdizione del 7 maggio 2023

L’Abbazia di Westminster è la chiesa dell’incoronazione dei sovrani inglesi dall’XI secolo. Anche se monarchie sul suolo inglese precedenti a quella data sono documentate, è con la conquista normanna che luoghi e rituali hanno cominciato a prendere le forme che vediamo replicate, non senza cambiamenti, nel cerimoniale attuale. La prima incoronazione documentata a Westminster fu quella di Guglielmo il Conquistatore il 25 dicembre 1066: nella notte di Natale di 266 anni prima era stato incoronato in San Pietro a Roma il neoimperatore Carlo Magno, e si immagina che Guglielmo non l’avesse scelta a caso.

PRIMA DI QUELL’ANNO non esisteva un luogo fisso per la cerimonia, e peraltro la chiesa era stata costruita poco prima dal penultimo dei sovrani anglosassoni, Edoardo il Confessore. Lo stile gotico che vediamo, naturalmente, è frutto di una ricostruzione successiva, avviata a partire dal 1245. Nel secolo dopo si andò fissando il cerimoniale che vediamo ancora oggi e che venne messo per iscritto intorno al 1390 nel Liber regalis, che ovviamente era in latino, mentre il passaggio alla lingua inglese si ebbe fra i regni di Elisabetta I e di Giacomo I, ossia a cavallo fra Cinque e Seicento.

SI DEVE PERALTRO tener presente che la lingua di corte in Inghilterra era il francese almeno fino alle fasi tardive della Guerra dei Cent’anni, poiché tanto i conquistatori normanni quanto la dinastia dei Plantageneti provenivano dalla Francia. Nonostante la spettacolarizzazione, peraltro già in atto prima dell’arrivo della televisione, l’incoronazione resta una cerimonia cristiana durante la quale il monarca viene incoronato nell’ambito di un servizio eucaristico. L’incoronazione in sé si colloca alla fine della funzione, che comprende la promessa del monarca a Dio e al popolo, la sacra unzione (mutuata dai re dell’Antico Testamento come Salomone e David e pure modellata su quella dei carolingi) e il ricevimento della veste reale.

AL PARI DELLA STORIA dei sovrani, che ha subìto cesure importanti, anche gli oggetti che ne fanno parte non sono gli stessi della fondazione. Durante la guerra civile inglese, dopo l’esecuzione di Carlo I, gli oggetti di pertinenza regia (i regalia) furono distrutti oppure messi in vendita. Il più antico, sopravvissuto, è probabilmente il cucchiaio d’argento dorato collegato a una coppa ovale, che data a un periodo compreso fra il XII e il XIV secolo, e che serve per ungere il sovrano: quello che si vede oggi nel tesoro della Corona fu certamente usato durante l’incoronazione di Giacomo I nel 1603 e in tutte le successive.
Gli altri oggetti risalgono a epoche più recenti, ma sono comunque importanti per segnare alcuni dei caratteri della storia della monarchia: se la corona imperiale di Stato fu realizzata per l’incoronazione di Re Giorgio VI nel 1937, lo scettro con la croce fu il simbolo della monarchia restaurata nel 1661, trasformato per Giorgio V nel 1910 con l’aggiunta dell’enorme diamante da 530 carati, il più grande al mondo del suo tipo, rinvenuto nel 1905 in Sudafrica, e simbolo del dominio coloniale dell’impero britannico.

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