Accovacciati come una squadra di calcio, disposti in doppia fila. Un portavoce e un accorato appello: «Fateci tornare in Italia per ricordare i nostri amici». A un anno dal naufragio di Cutro, da cui si salvarono per miracolo, quattordici ragazzi afgani parlano da Amburgo. Li hanno rinchiusi in un centro di prima accoglienza (uno dei tanti nella città anseatica dove alla bisogna i migranti vengono stipati persino in centri commerciali o in campi da tennis in disuso) e aspettano da mesi di potersi ricongiungere con i familiari. Postano un video in rete, sfogano la loro impotenza. «Siamo stati vittime di...