In attesa del dibattito parlamentare sul nuovo decreto per le armi all’Ucraina (varato giovedì), si accende lo scontro tra governo e M5S. «Conte è troppo intelligente per non capire che sta alimentando l’odio verso persone fisiche», l’accusa del ministro della Difesa Crosetto ieri in un’intervista. «Noi stiamo solo implementando le decisioni del governo Draghi di cui Conte faceva parte. Legittimo che il leader M5S passi da fornitore di armi a pacifista convinto e cambi idea sulla base dei sondaggi. Ma non che usi epiteti violenti nei confronti di persone che hanno la sola colpa di rappresentare lo Stato. È come indicare a una parte di società violenta e antagonista nomi e cognomi di obiettivi da colpire», la tesi del ministro di Fdi.

«Io non fomento l’odio, non può fomentare l’odio chi invoca un negoziato di pace. Respingo al mittente questa grave accusa», la replica di Conte. E aggiunge: «La violenza la fomenta un governo che mira a lasciare sul lastrico persone che sono in condizione di povertà assoluta. Temo assolutamente disordini e tensione nelle piazze per la manovra. Per questo noi saremo in piazza per canalizzare in una misura politica la disperazione della gente».

Se Crosetto aveva ricordato che il M5S aveva detto 5 volte sì all’invio di armi da parte del governo Draghi, l’avvocato risponde: «Non è così, c’è stato solo un decreto iniziale e poi sono passati nelle segrete stanze del Copasir. Lo avevamo detto già a Draghi e ora dopo nove mesi lo diciamo a maggior ragione: è assolutamente necessario che un governo politico come questo passi dal Parlamento».