Quindici processi, tre inchieste, due pronunciamenti della Cassazione per una verità che, con la sentenza di condanna di otto carabinieri per i depistaggi, può dirsi definita. Una verità arrivata a 13 anni di distanza dalla morte di Stefano Cucchi, il geometra romano morto in ospedale mentre, affidato allo Stato, era sottoposto alla custodia cautelare.

Un calvario umano quello di Stefano, durato una settimana, a cui si aggiungerà quello giudiziario che la sorella Ilaria e la famiglia affronteranno prima nel silenzio di tutti e poi con la solidarietà anche istituzionale.

Cucchi diventerà, più delle tante vittime “nelle mani dello Stato” come Giuseppe Uva e Federico Aldrovandi, il simbolo della battaglia per i diritti umani dei carcerati e contro ogni sopruso del potere sugli ultimi.

Cronologia a cura dell’Ansa

15 ottobre 2009

Stefano Cucchi viene fermato dai carabinieri al Parco degli Acquedotti a Roma perché trovato in possesso di alcuni grammi di droga. Cucchi viene portato nelle celle di sicurezza di una caserma dei carabinieri.

16 ottobre 2009

Stefano appare all’udienza di convalida del fermo con ematomi, ha difficoltà a camminare, parla a stento: una registrazione diffusa successivamente testimonierà del suo stato. L’arresto è convalidato e viene portato nel carcere romano di Regina Coeli.

22 ottobre 2009

Cucchi, dopo una settimana di detenzione, muore nel reparto protetto dell’ospedale Sandro Pertini. Inizia la battaglia giudiziaria della famiglia che una settimana dopo diffonde alcune foto choc del cadavere in obitorio che mostrano ematomi e segni sospetti.

25 gennaio 2011

vanno a processo sei medici e tre infermieri del Sandro Pertini e tre guardie carcerarie.

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5 giugno 2013

Vengono condannati quattro medici del Pertini. Assolti gli infermieri e le guardie carcerarie.

31 ottobre 2014

In appello tutti i medici vengono assolti.

gennaio 2015

viene aperta l’inchiesta bis dopo che la Corte d’appello trasmette gli atti in procura per nuove indagini.

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settembre 2015

i carabinieri entrano per la prima volta nell’inchiesta: 5 vengono indagati.

dicembre 2015

La Cassazione annulla con rinvio l’assoluzione dei 5 medici del Pertini. Vengono nuovamente assolti nel 2016 ma la Procura ricorre in Cassazione che dispone un nuovo processo d’Appello.

gennaio 2017

la Procura di Roma chiude l’inchiesta bis e nel luglio 2017 vanno a processo 5 carabinieri: Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco, accusati di omicidio preterintenzionale e di abuso di autorità. Tedesco è accusato anche di falso e calunnia insieme con il maresciallo Roberto Mandolini, mentre della sola calunnia risponde il militare Vincenzo Nicolardi.

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11 ottobre 2018

il pm Giovanni Musarò rivela che l’imputato Francesco Tedesco per la prima volta parla di un pestaggio subito da Cucchi da parte dei colleghi Di Berardo e D’Alessandro. Le indagini sul pestaggio erano state riaperte grazie alle parole di un altro carabiniere, Riccardo Casamassima. Nel corso del processo emergono anche presunti depistaggi con la sparizione o l’alterazione di documenti di servizio. Si apre l’inchiesta.

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16 luglio 2019

Nell’ambito dell’inchiesta sui depistaggi vengono rinviati a giudizio il generale Alessandro Casarsa e altri 7 carabinieri tra cui Lorenzo Sabatino, all’epoca dei fatti comandante del reparto operativo di Roma. Il processo inizierà a novembre.

3 ottobre 2019

Il pm chiede la condanna a 18 anni per i due carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro accusati del pestaggio che viene, per la prima volta, associato alla morte di Cucchi.

14 novembre 2019

Nel secondo processo d’Appello ai medici uno viene assolto e per 4 arriva la prescrizione. Nello stesso giorno nel processo per il pestaggio i due cc Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro vengono condannati a 12 anni per omicidio.

7 maggio 2021

Condannati a 13 anni per omicidio preterintenzionale i due carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro accusati di avere picchiato Stefano Cucchi. Il carabiniere Roberto Mandolini ha avuto un lieve sconto di pena passando da 4 anni e mezzo a 4 anni mentre Francesco Tedesco ha visto confermata la condanna a due anni e sei mesi. Per loro l’accusa è di falso.

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23 dicembre 2021

La Procura di Roma chiede la condanna degli otto carabinieri nel processo sui depistaggi.

4 aprile 2022

La corte di Cassazione condanna in via definitiva per omicidio preterintenzionale i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro: la pena passa da 13 a 12 anni di reclusione. La Suprema Corte ha stabilito un appello bis per i due carabinieri accusati di falso, Roberto Mandolini e Francesco Tedesco.

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7 aprile 2022

arriva la sentenza per il processo sui depistaggi dopo la morte di Cucchi. Otto carabinieri condannati: il generale Alessandro Casarsa a 5 anni, il colonello Lorenzo Sabatino a 1 anno e tre mesi. Ancora: a 4 anni Francesco Cavallo e Luciano Soligo, a un anno e 9 mesi Tiziano Testarmata, a 2 anni e 6 mesi Luca De Cianni. Infine a Francesco Di Sano sono stati inflitti 1 anno e 3 mesi e a Massimiliano Colombo Labriola 1 anno e 9 mesi.