Il giorno dopo la condanna definitiva a 12 anni di carcere per omicidio preterintenzionale ricevuta dalla Cassazione, si sono costituiti Alessio Di Bernardo prima e Raffaele D’Alessandro subito dopo, i due carabinieri che pestarono Stefano Cucchi appena arrestato causandogli le fratture alla colonna vertebrale che lo hanno portato alla morte il 22 ottobre 2009. I due sono stati trasferiti nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere dove sconteranno la pena, e al momento sono in isolamento per la quarantena da Covid.

«Sono rassegnato per il triste epilogo, ma rispetto la sentenza. Io non sono e non mi sento un assassino», ha dichiarato D’Alessandro prima di costituirsi. «Evidentemente – ha risposto Ilaria Cucchi – deve riflettere ancora per comprendere cosa ha fatto. Ricordo ancora quando disse alla moglie come quella notte si era divertito assieme al collega Di Bernardo a pestare “quel tossico di merda”».

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Ieri molti esponenti di partito (Pd, M5S, Leu, +Europa, Iv), A buon diritto, Amnesty, Anpi, Antigone e familiari di vittime dello Stato (il padre di Riccardo Magherini, la madre di Federico Aldrovandi) hanno festeggiato la sentenza ed elogiato Ilaria Cucchi per il coraggio e la determinazione con i quali ha condotto più di ogni altro questa battaglia per i diritti di tutti, che sembrava impossibile da vincere.