Solo contro tutti: accusato in Germania da Verdi e liberali di voler vendere ai cinesi nientemeno che il Porto di Amburgo, nel resto dell’Europa (Francia in testa) gli si imputa di voler far da sé sul fronte dell’energia. Ma fa discutere anche la prova di forza della sua maggioranza contro la Corte dei Conti che ha definito incostituzionale il piano anti-crisi da 200 miliardi che ieri il Bundestag ha approvato ufficialmente.

Il cancelliere Olaf Scholz procede dritto per la sua strada senza guardare nessuno, lasciando che si consumi per inerzia il nuovo caso geopolitico che lo investe direttamente.

Nonostante il secco No dei partner di coalizione e dei ministeri interessati, Scholz appare sempre più intenzionato ad autorizzare l’acquisto da parte della compagnia di navigazione cinese “Cosco” dell’operatore portuale di Amburgo “Hhla”.

Sulla carta una normale dinamica di mercato, se non fosse che così Pechino controllerebbe un terzo del terminal-container “Tollerort”: un’infrastruttura strategica inserita in cima alla lista dei siti nevralgici per la Germania dal ministero dell’Economia. Da qui l’allarme amplificato dai tempi stretti: fra pochi giorni Amburgo, la “Porta sul mondo della Germania” potrebbe essere conquistata dai cinesi.

L’accordo preliminare firmato nel 2021 prevede che senza l’opposizione formale della Cancelleria federale a fine ottobre scatterà il via libera all’acquisizione automaticamente. Esattamente nelle stesse ore Scholz è atteso in Cina per la visita di Stato.