Di un centro per il rimpatrio in Toscana si parla da più di 20 anni, da quando la legge Bossi-Fini istituì i Cie, Centri di identificazione ed espulsione dei migranti con documenti scaduti o non in regola. All’epoca ogni tentativo del secondo governo Berlusconi fu vano, ora ci riprova l’esecutivo Meloni. Trovando più o meno le stesse difficoltà, sintetizzate dal governatore Giani che, in una intervista al Quotidiano Nazionale, boccia l’ipotesi e risponde così alle aperture fatte già nello scorso dicembre dal sindaco fiorentino Nardella e da quello pratese Biffoni: «Individuino loro dove realizzarlo e vediamo come va a finire».

A riprova dell’osservazione di Giani è bastato che sui media iniziasse a circolare di nuovo l’ipotesi di un Cpr a Coltano, alle porte di Pisa, oppure a Pescia, comune di 20mila abitanti in provincia di Pistoia, per assistere al fuggi fuggi del sindaco leghista di Pisa, Michele Conti, che già in passato aveva detto di essere favorevole ai Cpr ma non lì. Ora, in cerca di un bis il mese prossimo e dato per favorito nei sondaggi, ha bocciato l’ipotesi. Anche per schivare gli attacchi degli avversari: Martinelli del centrosinistra e Auletta della sinistra.

A Pescia invece il sindaco Oreste Giurlani, ex dem piuttosto popolare in città che ha lanciato per le comunali di maggio il delfino Vittoriano Brizzi, appare più possibilista: «La prefettura di Firenze e alcuni tecnici del ministero hanno visitato l’ex carcere di Veneri, mai utilizzato e ora di proprietà comunale. Una parte è stata recuperata ed è adibita a magazzino. Noi non abbiamo detto no a priori al Cpr ma, essendo i proprietari, ci aspettiamo che prima di prendere qualsiasi decisione se ne possa discutere».

L’ex carcere non può essere utilizzato subito e con ogni probabilità l’attendismo di Giurlani è legato ai finanziamenti governativi che potrebbero arrivare in città. Per certo comunque l’ipotesi del Cpr è stata bocciata sia dal candidato sindaco del centrosinistra, Riccardo Franchi, che da Sabrina Lazzerini di Pescia a Sinistra. «La nostra posizione è chiara – ha detto il primo – non accetteremo che la città sia sede di un centro che rappresenta una modalità di gestione dell’immigrazione fallimentare e inefficace». Ancora più tranchant Lazzerini: «È una cosa vergognosa, non sono possibili mediazioni, quel centro non s’ha da fare né qui né altrove. E gli altri devono essere chiusi. Colpisce anche l’atteggiamento di Giurlani, tra pilatesco e furbesco, che dichiara che nulla può fare l’amministrazione. È una falsità, perché il comune può e deve costruire opposizione formale, istituzionale e sociale».

Contrario anche il segretario regionale del Pd Emiliano Fossi: «Il governo prenda atto che i toscani non vogliono un centro del genere, né a Coltano né a Pescia: mai, in nessun luogo».