L’ex-“ministro della Difesa” della Repubblica popolare di Donetsk, Igor Strelkov (vero nome Girkin) è stato arrestato ieri a Mosca per «estremismo» (articolo 282 del codice penale). Il motivo sarebbero due post pubblicati da Strelkov lo scorso maggio in cui l’ex-militare critica fortemente la politica del Cremlino. Sempre ieri, è stato arrestato anche Pavel Gubarev, ex capo della Repubblica popolare di Donetsk.

Strelkov è figura estremamente conosciuta in Russia dopo aver combattuto su tutti i fronti in cui Mosca ha difeso le proprie posizioni geopolitiche. La sua carriera di guerrigliero è iniziata in Transnistria nel 1991, per proseguire nell’ex-Jugoslavia ed in Cecenia. In seguito al rovesciamento del governo filo-russo di Kiev sul “Maidan”, Strelkov è stato un attore cruciale prima per la presa di controllo della Crimea e poi per l’organizzazione della resistenza anti-ucraina nel Donbass.

Dopo essere stato allontanato dai separatisti dallo stesso Cremlino, con l’inizio della guerra, Strelkov aveva espresso forti critiche contro il Ministero Difesa e lo stesso Putin sulla conduzione delle operazioni militari. Pur avendo un seguito di altri ex-militari, da lui organizzati nel “Club dei patrioti arrabbiati”, molti ex-sodali si sono da lui allontanati a causa dei suoi modi bruschi e delle sue uscite estremistiche.

Nonostante posizioni e comportamenti analoghi, Strelkov era allo stesso tempo entrato in conflitto personale con il capo della Wagner Prigozhin. L’arresto di ieri è infatti avvenuto su denuncia di un medico dipendente della Wagner.

La situazione va ad aggiungersi ai paradossi dell’attuale potere russo dato che Strelkov-Girkin quale figura simbolica incarna l’immagine dei patrioti al servizio della politica estera russa.

Al di là del fatto che il peso politico di Strelkov sia minimo (le sue dichiarazioni roboanti da quando è iniziata la guerra servivano proprio a compensare una visibilità morente) l’arresto è significativo per vari motivi.

In primo luogo, nel contesto del dopo-ammutinamento, il fatto che il Cremlino colpisca figure nazionaliste quali Strelkov e Gubarev aggiunge al senso di corto-circuito all’interno del sistema di potere russo. Si allarga infatti in tal modo il cerchio dei nemici interni di Putin dato che molti altri rappresentanti della galassia patriottica-nazionalista potrebbero ora sentirsi come prossimi potenziali bersagli del potere.

Inoltre suona strana l’accusa e le misure cautelari applicate. Viene infatti accusato di «estremismo» proprio un uomo in conflitto aperto con Prigozhin e che contro di lui si applicano i divieti d’espatrio e di movimento, misure paradossali in quanto Strelkov è uno dei figuranti nel caso del Boeing-777 della Malaysia Airlines abbattuto sopra le linee del fronte di Donetsk nel luglio 2014, per cui sulla sua testa pende un mandato d’arresto internazionale.