Cortei, sit-in e proteste irriverenti sui social contro i quiz Invalsi
Dal Piemonte alla Sicilia, studenti in piazza e in classe hanno protestato contro i quiz Invalsi. Il sostegno di Cobas, Unicobas e Flc Cgil che denuncia «la deriva ideologica della valutazione che introduce meccanismi di competizione tra studenti e tra singoli istituti»
Dal Piemonte alla Sicilia, studenti in piazza e in classe hanno protestato contro i quiz Invalsi. Il sostegno di Cobas, Unicobas e Flc Cgil che denuncia «la deriva ideologica della valutazione che introduce meccanismi di competizione tra studenti e tra singoli istituti»
La revoca dello sciopero proclamato Cobas e Unicobas non ha bloccato il boicottaggio dei test Invalsi e le deleghe della legge 107. A Roma, sostiene il fronte della gioventù comunista, l’85% degli studenti di seconda ha consegnato il test in bianco al Liceo Argan, il 70% al D’Assisi e il 60% all’Itis Hertz. Alte adesioni anche a Milano. Per l’Unione degli Studenti migliaia di studenti hanno manifestato da Nord a Sud boicottando le prove. La protesta è stata sostenuta anche da Francesco Sinopoli, segretario Flc-Cgil, che ha denunciato «La deriva ideologica della valutazione che introduce meccanismi di competizione tra studenti e tra singoli istituti». Come sempre i ragazzi non hanno preso sul serio i test e li hanno trasformati in uno spettacolo sui social network con disegni, risposte fantasiose e polemiche. Per l’Invalsi ai test ha partecipato il 97% degli studenti.
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