Controffensiva a rilento, lo dice anche Zelensky: «Non è un film di Hollywood»
Sul campo Intanto a Londra si stava svolgendo la Conferenza internazionale per la ricostruzione dell’Ucraina, dove Zelensky è intervenuto in videocollegamento
Sul campo Intanto a Londra si stava svolgendo la Conferenza internazionale per la ricostruzione dell’Ucraina, dove Zelensky è intervenuto in videocollegamento
Che non sarebbe stata una cavalcata trionfale l’avevamo capito, ma ora anche il presidente Zelensky ammette che «i progressi nella controffensiva ucraina sono più lenti del previsto». In un’intervista alla Bbc, il leader ucraino ha chiarito che ci vorrà tempo e si è scagliato contro quella parte di media internazionali che da giorni lamentano gli scarsi risultati delle truppe di Kiev sul campo. «Alcune persone credono che questo sia un film di Hollywood e si aspettano risultati ora. Non io. C’è in gioco la vita delle persone», ha concluso il capo di stato.
Intanto a Londra si stava svolgendo la Conferenza internazionale per la ricostruzione dell’Ucraina, dove tra l’altro Zelensky è intervenuto in videocollegamento. Al summit non sono mancate le ormai consuete dimostrazioni di solidarietà e vicinanza all’Ucraina da parte di tutte le personalità intervenute, ma a tenere banco durante la giornata di ieri è stata soprattutto la dichiarazione del presidente russo, Vladimir Putin, sul dispiegamento imminente di nuovi missili nucleari.
«NEL PROSSIMO FUTURO, i primi lanciatori del complesso Sarmat con un nuovo missile pesante andranno in servizio di combattimento», ha spiegato il capo del Cremlino in un discorso pronunciato a Mosca di fronte ai laureati delle accademie militari. Elogiando l’importanza delle forze armate per la «difesa della patria», Putin ha chiarito ancora una volta che al momento «rafforzare l’esercito rimane la priorità».
Diversi analisti non hanno mancato di sottolineare che il passaggio nel quale il presidente ha elogiato la «triade nucleare russa» (missili da terra, sottomarini e caccia bombardieri) ha ricordato gli anni più tesi della Guerra fredda. «La triade nucleare della Russia consente di garantire in modo efficace e affidabile la deterrenza strategica e mantenere un equilibrio di potere globale», ha detto Putin, rivolgendosi forse più agli uditori internazionali che ai diplomandi, senza omettere di sottolineare che circa la metà delle unità delle forze missilistiche strategiche russe sono dotate di sistemi missilistici balistici intercontinentali Yars.
RISPETTO ALLA NUOVA ARMA, il Sarmant (denominato Satan II secondo gli standard Nato) è il missile balistico intercontinentale più potente e tecnologicamente più avanzato in dotazione alle forze russe. Per Volodymyr Zelensky si è trattato di un bluff. Interrogato dalla tv di stato britannica, il presidente ucraino ha sostenuto che Putin non sarebbe «pronto» a usare armamenti atomici contro il suo paese poiché «ha paura per la sua vita, la ama molto».
Il riferimento, neanche troppo velato, è alla reazione a catena che scatenerebbe un eventuale attacco nucleare russo da parte dei membri della Nato, Usa in testa. A ogni modo, ha aggiunto Zelensky: «Non c’è modo di dirlo con certezza, soprattutto per quanto riguarda una persona senza legami con la realtà, che nel XXI secolo ha lanciato una guerra su larga scala contro il suo vicino».
INTANTO NEL SUD DELL’UCRAINA continuano i combattimenti. Secondo il portavoce dello Stato maggiore delle forze armate di Kiev, Andriy Kovalev, nella regione di Zaporizhzhia si sono registrati dei «successi parziali». Se da un lato le «forze di difesa ucraine continuano a condurre offensive nelle direzioni di Melitopol e Berdyansk» i due principali obiettivi di Kiev secondo diversi analisti, dall’altro i villaggi lungo queste direttrici sono diventati importanti posizioni strategiche da assaltare e consolidare.
Ma con un equilibrio così precario il rischio di scoprirsi e lasciare al nemico la possibilità di contrattaccare è sempre alto. Proprio ciò che sta accadendo del Donetsk, dove i soldati russi hanno tentato delle sortite nelle direzioni di Lyman e Kupiansk, senza per ora riuscire a modificare sostanzialmente la linea del fronte.
In questa confusione è difficile comprendere quale schieramento stia subendo meno perdite, ma è certo che la manovra per ora sta lasciando sul campo diverse centinaia di soldati a ogni assalto.
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