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Conte lancia le liste nei comuni. Nel M5S restano i dubbi legali

Conte lancia le liste nei comuni. Nel M5S restano i dubbi legaliGiuseppe Conte – LaPresse

Causa persa Esiste una possibilità che gli uffici elettorali ricusino l’autorizzazione all’uso del simbolo

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 17 aprile 2022

Dal sito del Movimento 5 Stelle si dichiarano aperte le operazioni delle candidature per le elezioni comunali del prossimo 12 giugno. «Un appuntamento importante in un momento delicato per il nostro paese – afferma l’annuncio – Il candidato sindaco del MS5 o il capolista nel caso di una eventuale coalizione o un candidato eventualmente incaricato dalla lista stessa, dovrà chiedere l’autorizzazione del presidente del Movimento 5 Stelle alla presentazione di una proposta di lista». Ogni candidato dovrà presentare curriculum vitae, certificato penale del casellario giudiziale non più vecchio di novanta giorni dalla data delle elezioni e certificato dei carichi pendenti.

SARÀ GIUSEPPE Conte, «sentito il garante» Beppe Grillo, a «valutare la compatibilità della candidatura con i valori e le politiche del Movimento 5 Stelle, esprimendo parere vincolante e insindacabile sulla singola candidatura e/o sulla certificazione della lista». Si apprende poi che è ancora in vigore il tetto dei due mandati elettivi, escludendo dal conteggio il primo da consigliere comunale, municipale e/o presidente di municipio (il cosiddetto «mandato zero» che era stato introdotto nel 2019, quando il capo politico era Luigi Di Maio) e che deve essere rispettata la rappresentanza di genere. La candidatura è preclusa, fra gli altri, agli iscritti ad associazioni massoniche e a chi ha presentato ricorsi contro il M5S oppure il suo garante.

A PROPOSITO di ricorsi, la vera domanda che attanaglia i grillini è: può Conte, la cui nomina a presidente assieme al nuovo statuto è stata sospesa in attesa di giudizio dal tribunale civile di Napoli in seguito al ricorso di alcuni attivisti, presentare liste con il simbolo del Movimento 5 Stelle? Dal M5S considerano la questione sanata dopo la nuova votazione online di una ventina di giorni fa che quasi all’unanimità ha ratificato regolamenti e leadership. La sospensione del giudice era stata decisa in attesa di giudizio, la prossima udienza sul merito della questione è stata rinviata al 17 maggio. Tuttavia, se la delibera su cui si fonda il reincarico di Conte fosse ritenuta nulla e non semplicemente illegittima, gli uffici elettorali potrebbero addirittura ricusare l’autorizzazione all’uso del simbolo rilasciata in base ad una incoronazione nulla. Al contrario, se il vizio di approvazione comportasse la semplice annullabilità della delibera, questa sarebbe provvisoriamente efficace e quindi la funzione di Conte per la presentazione delle liste operativa anche dal punto di vista giuridico oltre che politico.

L’EX PRESIDENTE del consiglio sa bene che pendono queste incognite sul futuro del suo M5S, per questo ha evitato qualsiasi forzatura sulle espulsioni (c’è in ballo il caso Petrocelli, che ieri si è scusato via Twitter per aver votato in precedenza la fiducia al governo Draghi) e ha forzato la mano su questioni politiche di merito riuscendo a spostare per qualche settimana l’attenzione degli osservatori dalle beghe interne. Resta sempre il piano B, se l’involucro legale dei 5 Stelle dovesse rivelarsi inutilizzabile: dare vita a una sua Lista Conte portandosi dietro sostenitori e fedeli.

GLI ATTIVISTI che avevano presentato il ricorso da cui è scaturita la sospensione, considerano che l’elezione di Conte sia macchiata da un vizio sostanziale, il che causerebbe proprio la nullità del reincarico. Tanto che pare stiano preparando le carte per impugnare anche la seconda elezione, che sarebbe viziata dalla limitazione della platea dei votanti agli iscritti da oltre sei mesi e dalla mancanza di un organismo interno legittimato a convocare le votazioni.

INTERROGATO sullo scenario giuridico, e sui prossimi passi dei ricorrenti suoi assistiti, l’avvocato Lorenzo Borrè, che conosce ogni meandro delle scatole cinesi giuridiche pentastellate, risponde sibillino, ripescando la formula ellittica del capitano Benjamin L. Willard interpretato da Martin Sheen in Apocalypse now di Francis Ford Coppola: «Signore, non sono affatto a conoscenza di una tale operazione o attività… Né sarei propenso a discuterne se di fatto esistesse». La sfida tra avvocati, insomma, pare destinata a proseguire.

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