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Conte coi lampedusani ritrova il bis-pensiero

Conte coi lampedusani ritrova il bis-pensieroGiuseppe Conte a Lampedusa

Porto sicuro Il leader M5S in missione sull’isola attacca il governo ma critica anche l'«accoglienza indiscriminata»

Pubblicato circa un anno faEdizione del 21 settembre 2023

Non siamo al Giuseppe Conte dei decreti sicurezza né al Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio che parlava delle Ong come «taxi del mare» ma la missione a Lampedusa del leader pentastellato ha segnato il ritorno della comunicazione ambivalente del primo grillismo: messaggi che sembrano pensati apposta per attirare elettori di ogni parte politica.

Conte aveva anticipato questa linea il giorno prima, ospite di Bruno Vespa. Un colpo al cerchio del governo («Il blocco navale è una presa in giro», dice il presidente del M5S riferendosi alle promesse disattese di Giorgia Meloni) e uno alla botte del Pd di Schlein («Non possiamo dire agli italiani, come fa il Pd, che si può dare accoglienza indiscriminata a tutti»). Schlein ha dovuto abbandonare l’understatement con il quale di solito si rivolge all’ex premier: «Conte non ha letto le sette proposte presentate dal Pd – ha risposto – Aspettiamo di vedere le sue». Tanto che lui è stato costretto ad aggiustare (di poco) il tiro: «Con il Pd ci confronteremo – ha detto – Non volevo offendere nessuno e nessuno si deve sentire offeso, però dobbiamo dirlo agli italiani: l’accoglienza indiscriminata equivale alla non accoglienza. Con questi numeri non siamo in condizioni di tutelare la dignità e i diritti fondamentali di queste persone». E giù ancora con il bis-pensiero: «Dobbiamo offrire loro un’accoglienza dignitosa e dobbiamo lavorare anche sull’integrazione con un percorso efficace perché chi parla solo di accoglienza e non offre integrazione cade nell’ipocrisia».
Certo, c’è sempre tempo per chiedere vie legali d’accesso per arginare i trafficanti. Ma prima di tutto vengono i cittadini italiani. «Noi siamo qui per ascoltare e per dire ai lampedusani che non li abbandoniamo»: così Conte si rivolge ai cronisti definendo la priorità del suo viaggio. «Non potete reggere l’impatto – scandisce – Bisogna moltiplicare i trasferimenti che devono essere immediati. Voi avete un centro per 500 che si riempie di migliaia di persone e non è nemmeno dignitoso per loro. Un’estate come questa, in cui siamo sopraffatti dagli sbarchi, per voi è un danno di immagine per il turismo. Chi vi ripaga?».

Poi visita l’hotspot, il molo Favaloro, dove arrivano i migranti e il cimitero dei barchini abbandonati. «Il governo ha un atteggiamento maldestro – afferma – una goffaggine diplomatica che ci fa male: con la Tunisia e la Libia, ma anche con i paesi di transito, va fatto un lavoro serio che richiede tempo. Al contrario, Meloni privilegia bolle comunicative che durano un giorno e poi si dissolvono».

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