Polonia: Confederazione, e il suo rampantismo di estrema destra
Uno dei partiti che ha partecipato alle elezioni legislative polacche dello scorso 15 ottobre e che è riuscito a superare la soglia di sbarramento per entrare nel Sejm è Confederazione Libertà e Indipendenza (Konfederacja Wolność i Niepodległość). Si tratta di una forza politica antieuropeista di estrema destra, che ha imperniato la sua campagna elettorale su un programma fatto di meno tasse, più armi da fuoco e divieto di aborto anche in caso di stupro.
Nell’imminenza del voto veniva dato in crescita e c’era chi riteneva possibile che con una coalizione giungesse al potere spostando ancora più a destra l’asse politico del paese. Si pensava anche che il premier del PiS Mateusz Morawiecki si rivolgesse a Confederazione per formare un’alleanza di governo, anche se già prima del test elettorale il partito in questione non sembrava interessato a mettersi con Diritto e Giustizia. Confederazione veniva visto un po’ come l’ago della bilancia e non nascondeva le sue ambizioni. Certo, poi, a risultati noti, i suoi vertici hanno ammesso di non essere riusciti a “ribaltare il tavolo” dato che chi è uscito meglio dalle scorse elezioni è l’opposizione. Ma vediamo un po’ più nel dettaglio che partito è Confederazione e quali sono i suoi intendimenti. Come abbiamo visto è per il divieto assoluto di aborto anche nei casi più gravi e per la liberalizzazione dell’accesso alle armi da fuoco mostrando, quindi, una ben poco rassicurante propensione per la giustizia “fai da te”. Ce l’ha con Bruxelles e si oppone agli aiuti all’Ucraina. Vero è che anche il governo del PiS che all’inizio del conflitto mostrava di essere uno dei principali alleati di Kiev, ultimamente ha fermato le importazioni di grano dall’Ucraina per assicurarsi il sostegno elettorale delle aree rurali, e interrotto la fornitura di armi al paese.
Ma torniamo a Confederazione che vuole una Polonia sicura e libera dagli immigrati. Una Polonia per i polacchi, insomma, tanto per ripetere una formula abbastanza diffusa in questi anni all’interno del Gruppo di Visegrád, specie in Ungheria e nel paese della Vistola. Il partito vuole inoltre la libera impresa, un sistema sanitario basato sulla “competizione di mercato” e un sistema fiscale meno esoso e più semplice. Antieuropeista, si diceva; è per un utilizzo più frequente del veto nei negoziati con l’Unione europea per arginare lo “strapotere” dei suoi vertici.
Secondo un articolo uscito due giorni prima del voto su Europa Today, sembra che questa forza politica, oltre ad aver convinto diversi estremisti di destra, soprattutto quelli più anziani, sia riuscita a interessare “una parte della popolazione giovane con aspirazioni libertarie”, specialmente quella di sesso maschile, e se le cose stanno così c’è poco da stare allegri.
Korwin Mikke è tra i membri del partito che hanno destato scalpore per le loro dichiarazioni. Questi avrebbe infatti messo in discussione il diritto di voto delle donne perché a suo parere le medesime sono meno intelligenti.
Già con il PiS al potere le donne hanno avuto vita dura. Diritto e Giustizia si scaglia infatti contro quelle che, al pari del governanti ungheresi, chiama ideologie di genere. In nome di questa ostilità, il ministro della Giustizia Zbigniew Ziobro si era espresso, qualche anno fa, sulla necessità di uscire dalla Convenzione di Istanbul che figura come il principale strumento internazionale contro la violenza sulle donne e, in generale, contro la violenza domestica. È poi storia nota quella delle lunghe e partecipate manifestazioni di protesta degli anni scorsi contro le nuove restrizioni al diritto di aborto appoggiate con particolare convinzione dai settori più oscurantisti della Chiesa cattolica polacca.
Il PiS è una piaga e Confederazione non è certo meglio. Non è un partito di massa ma fa sempre un po’ orrore constatare che forze politiche del genere entrino in parlamento, anche se con un solo seggio. Ma tant’è…
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