Giornata napoletana, ieri, per il senatore Pd Antonio Misiani, commissario regionale del partito in Campania. In agenda l’incontro con il sindaco Manfredi e con i consiglieri regionali e, nel mezzo, un passaggio in prefettura. In città molti temi caldi a cominciare dal lavoro. I movimenti Disoccupati 7 Novembre e Cantiere 167 Scampia hanno diffuso l’appello «Rivendicare un lavoro stabile e sicuro non è reato». Il loro è un percorso lungo 9 anni, chiedono formazione e inserimento nei settori di pubblica utilità. Una platea di 600 persone che, a marzo, era convinta di aver superato tutti gli ostacoli burocratici e, invece, ha avuto la comunicazione in prefettura dello stop per problemi normativi. A resistere, in particolare, è la regione.

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Difronte alle proteste è cominciata «un’escalation repressiva fatta di cariche, multe, denunce, procedimenti fino all’indagine per associazione a delinquere». Ieri Misiani e la senatrice dem Camusso, con il segretario provinciale Giuseppe Annunziata e il capogruppo Pd al comune, hanno incontrato il prefetto per chiedere il ripristino del tavolo interistituzionale. Misiani ha poi commentato: «Il governo lascia soli i comuni ad affrontare l’emergenza migranti e le questioni sociali».

E sulla riforma del Reddito di cittadinanza: «Il governo è passato da Mia a Gil, altra sigla incomprensibile. Una grande confusione. L’unico dato certo è che i fondi sono stati tagliati: oggi abbiamo il 20% in meno per la lotta contro la povertà, un errore drammatico in una fase in cui i poveri stanno aumentando. In una realtà come Napoli e la Campania è un errore doppiamente drammatico. Serviva una riforma invece il governo sta smantellando gli strumenti contro la povertà».

Questione comunali. A Pomigliano d’Arco nel 2020 era partito il campo largo Pd-M5s, nella stessa città è naufragato anche a causa del Pd, che ha contribuito in parte alla sfiducia del sindaco Del Mastro. Il circolo è stato commissariato anche perché il segretario è passato al centrodestra, appoggiando il già 6 volte sindaco Lello Russo, classe 1939. Alle prossime elezioni niente simbolo per Pd e 5S. Sembrerebbe un punto a favore del governatore De Luca che il campo largo non l’ha mai digerito.

«Abbiamo costruito in molti dei comuni sopra i 15mila abitanti alleanze larghe di centrosinistra – ha spiegato Misiani – in molti casi aperte anche a 5s e realtà civiche. Questa è la via maestra. Vogliamo consolidare il rapporto con il M5s, con il civismo e anche con il Terzo polo. Questa coalizione ha le potenzialità per essere largamente maggioritaria nel territorio». Misiani aveva già incontrato De Luca, ieri appuntamento con Manfredi.

Il tema terzo mandato resta un nodo irrisolto, in attesa che il Pd a Roma prenda una posizione ufficiale, come ribadito ai consiglieri regionali. Tra loro Gennaro Oliviero, cioè quello su cui si addensano i sospetti per il tesseramento gonfiato a Caserta. Per avviare il congresso regionale occorrerà risolvere il problema iscritti in Terra di lavoro. Il commissario un po’ tiene la linea e un po’ media: «Vogliamo come Pd riconfermare il nostro sostegno a Manfredi, a De Luca e agli altri amministratori facendo gioco di squadra».