Il più grande attacco alla Crimea da mesi. Un sottomarino e una nave da sbarco russi seriamente danneggiati nel porto di Sebastopoli da un attacco massiccio poco prima dell’alba. Nessuno rivendica, ma l’Ucraina esulta. Secondo il ministero della Difesa russo, l’Ucraina ha lanciato 10 missili da crociera contro il cantiere navale e tre droni marini contro le navi russe di stanza nel cantiere navale di Ordzhonikidze, a Sebastopoli. «Sette dei missili sono stati abbattuti e tutti i droni marini sono stati distrutti» ha dichiarato l’esercito russo, ma le testate non intercettate hanno danneggiato due navi che erano in riparazione presso il cantiere, il quale ha una grande importanza strategica al momento in quanto vi vengono riparate le navi della sua flotta di stanza nel Mar Nero.

Mikhail Razvozhayev, il governatore filo-russo di Sebastopoli, ha scritto su Telegram che nell’incendio causato dall’attacco 24 persone sono rimaste ferite e ha postato una foto che mostra il cantiere navale in fiamme con il fumo che si alza alto nel cielo. Il consigliere del presidente ucraino Zelensky, Mikhaylo Podolyak, ha dichiarato, con il consueto stile sardonico che adottano i funzionari di Kiev in tali occasioni, che: «La smilitarizzazione della flotta russa del Mar Nero è una vera garanzia di sicurezza a lungo termine per le rotte commerciali regionali e il ‘corridoio del grano’». Podolyak ha insistito sul fatto che «l’unico modo per garantire forniture di grano ininterrotte ai Paesi dell’Est e dell’Africa» è continuare ad armare l’Ucraina, «anche ampliando la gamma di armi» e ha definito l’attacco di ieri una «’dichiarazione’ professionale e significativa…».

In serata, il portavoce del Gru, l’intelligence militare ucraina, ha confermato la versione secondo cui «una grande unità da sbarco e un sottomarino russi» sono stati «danneggiati in modo da non poter essere riparati». Secondo le prime ricostruzioni, si tratta della grande nave da sbarco Minsk e del sottomarino Rostov-sul-Don, un sommergibile di classe Kilo varato nel 2014 e costato oltre 300 milioni di dollari. Il Rostov sarebbe uno dei pochi mezzi rimasti nel Mar Nero a poter lanciare missili Kalibr, utilizzati per attacchi devastanti alle infrastrutture ucraine. Da Mosca dichiarano che la Minsk sarà presto riparata e tornerà in azione, sul Rostov tacciono. Ma Kiev sostiene che, oltre alle navi, il bacino di carenaggio di Ordzhonikidze è seriamente danneggiato, il che pone gravi problemi alla logistica navale russa, al momento in difficoltà a causa degli attacchi di droni marini nel Mar Nero.

Quasi in contemporanea, le forze russe hanno lanciato l’ennesimo attacco di droni sulle città ucraine (Kiev parla di 44 droni in totale, e di un bilancio di 3 morti e 14 feriti). Nella regione di Odessa è stato colpito nuovamente il porto fluviale di Izmail, molto importante per il commercio e lo stoccaggio del grano.